2014-10-02 10:38:00

Campagna dei vescovi argentini contro tratta esseri umani


La Commissione episcopale per le migrazioni ed il turismo della Conferenza episcopale argentina, insieme alle organizzazioni che lavorano per estirpare il flagello della tratta, del traffico e dello sfruttamento di persone, ha avviato, in tutto il Paese, una campagna di sensibilizzazione su questo grave crimine. “Si tratta di noi. No alla tratta di persone” è lo slogan dell’iniziativa, iniziata a Buenos Aires con un raduno in Piazza del Tribunale, e con un “flashmob” che ha coinvolto numerose persone. La campagna giunge al termine della settimana dedicata alla lotta contro la tratta, iniziata il 23 settembre in occasione della Giornata internazionale contro lo sfruttamento sessuale e il traffico di donne e bambini. Questa data è stata scelta, nel 1999, dalla Conferenza mondiale della coalizione contro il traffico di persone, a Dakar, per ricordare proprio la prima norma legale contro la prostituzione infantile emanata dal governo argentino nel lontano 1913. Nel 2013, la Commissione nazionale di Giustizia e Pace dell’Argentina ha convocato tutte le istituzioni e le organizzazioni che si occupano del problema della tratta in diversi ambiti - prevenzione, protezione e recupero delle vittime, servizi legali, inserimento sociale e politiche pubbliche - per creare una rete compatta nella lotta contro questo crimine. Anche la Commissione per le migrazioni ed il turismo dell’episcopato argentino ha aderito a questa rete sin dall'inizio, facendo attività di promozione, prevenzione e assistenza nelle diocesi e nelle parrocchie di tutto il Paese. Quest’anno, la campagna di sensibilizzazione promossa dalla Chiesa comprende anche la distribuzione di nastri blu e di  volantini con informazioni non solo sulle leggi e le istituzioni che si occupano del problema, ma anche sui metodi con cui le vittime vengono sequestrate e costrette alla prostituzione. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, nel 2012 le vittime dello sfruttamento sessuale oltrepassavano i 14 milioni e mezzo, di cui il 21 per cento era rappresentato da bambini e adolescenti. Una cifra che va raddoppiata se si considerano anche le vittime dello sfruttamento lavorativo, le persone costrette a mendicare o sottoposte ad espianto di organi. (A.T.)








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