2014-10-04 13:35:00

Sinodo famiglia: veglia di preghiera con il Papa promossa dalla Cei


Alla vigilia dell’inaugurazione della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, domani con la Santa Messa in Basilica Vaticana, si terrà oggi pomeriggio in Piazza San Pietro la veglia di preghiera e di riflessione organizzata dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei). L’evento, a cui parteciperanno anche i Padri sinodali, culminerà con l’intervento di Papa Francesco. Saranno presenti in piazza pure Lucia Miglionico e Giuseppe Ciavarella, la coppia italiana scelta come uditrice al Sinodo, insieme ad altre 12 provenienti da tutto il mondo. Responsabili della Regione Puglia per la Pastorale familiare, sono sposati da 32 anni, hanno quattro figli e sono entrambi medici presso la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, fondata da S. Pio di Pietrelcina, che loro hanno personalmente conosciuto. Come si sono preparati a questa assise? Antonella Palermo li ha intervistati:

R. - (Giuseppe) La preghiera, la preghiera personale e la richiesta di preghiera soprattutto alla nostra comunità.

D. – Voi siete delegati regionali per la pastorale familiare. Lucia, quali sono gli aspetti su cui vi sentite di dare un contributo specifico?

R. - (Lucia) Abbiamo sempre capito e fatto nostra l’importanza dell’accompagnamento. Noi pensiamo che sia fondamentale sviluppare sempre di più una pastorale di accompagnamento per i giovani fidanzati, per quelli che amano e desiderano e sognano il matrimonio e una famiglia. E senza fermarsi poi al momento della celebrazione delle nozze: quindi anche l’accompagnamento delle giovani coppie, soprattutto nei primi anni del matrimonio, che sono gli anni più difficili. Sono gli anni in cui si scoprono la maternità, la fertilità, la fecondità; gli anni in cui si scoprono l’impatto e l’impegno sociale della famiglia e, perché no, gli anni in cui - se riusciamo a sviluppare veramente quel senso di appartenenza alla Chiesa - la famiglia riesce a vivere e a realizzare quello che nella Familiaris consortio era proprio una direttiva: la partecipazione attiva alla vita e alla missione della Chiesa stessa.

R .- (Giuseppe) C’è un grande desiderio di famiglia da parte dei giovani. Bisogna lavorare perché questa situazione che si viene a creare non sia un aspetto soltanto emozionale ma sia nella costanza di fare famiglia e di essere famiglia.

D. -  Che spazio c’è in parrocchia per una buona testimonianza e come valuta la collaborazione tra laici e sacerdoti?

R. – (Lucia) Questo è un punto molto, molto delicato. Perché, se da una parte si parla sempre di famiglia come soggetto pastorale, dall’altra parte molte volte tante famiglie lamentano l’incapacità di diventare un vero soggetto. Questo molte volte è dovuto anche al fatto che i nostri sacerdoti sono chiamati spesso ad essere “dispensatori” di Sacramenti e al fatto che noi laici abbiamo la capacità di prendere e di dare poco. Allora ecco perché è fondamentale questa nuova crescita, questa nuova rivalutazione. Nell’ambito delle parrocchie è importante che ci sia proprio una comunione tra presbiteri e sposi. E’ molto bello quando un giovane seminarista può vedere, seguire direttamente con una famiglia della parrocchia che cosa significa essere “famiglia”. Così come è bello che le giovani coppie si sentano sempre più accompagnate dai sacerdoti. Quindi, nell’ambito della parrocchia, è questo che noi dobbiamo impegnarci a sviluppare. Spesso ci sono parrocchie molto ricche nelle quali i gruppi famiglia, quelli dei giovani sposi, quelli dei giovani lavorano attivamente. Ma ci sono parrocchie ‘povere’ da questo punto di vista, dove entrambi i versanti, quello dei presbiteri e quello degli sposi, vanno aiutati e sostenuti con una corretta preparazione, con un adeguato accompagnamento. E’ alle famiglie, quelle che veramente credono nell’essere famiglia, che chiediamo fortemente di essere testimoni di quella gioia del Vangelo di cui parla Papa Francesco.

D. – Molte giovani coppie hanno paura, soprattutto per la crisi economica, di affrontare un matrimonio celebrato cristianamente: cosa si sente di suggerire a questi giovani fidanzati che magari già convivono?

R. – (Giuseppe) Bisogna affidarsi a Gesù, bisogna affidarsi a Dio.








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