2014-10-06 12:05:00

Card. Sistach: Sinodo vuole mostrare bellezza della famiglia


“Avere i sentimenti del Buon Pastore che si prende cura delle novantanove pecorelle e va in cerca della pecorella smarrita, consapevoli del fatto che oggi in diverse latitudini della Chiesa il numero si sta invertendo”. Questo un passaggio dell’omelia del cardinale arcivescovo di Barcellona Lluis Martinez Sistach nella preghiera che ha aperto la prima congregazione del Sinodo. Al microfono di Paolo Ondarza, il porporato spiega come vive l’apertura dell’assemblea in Vaticano:

R. – Con un senso molto ecclesiale, ieri abbiamo cominciato i lavori del Sinodo con la celebrazione dell’Eucarestia presieduta dal Papa. Ci ha detto cose molto belle nell’omelia, perché ha detto che “la vigna del Signore” è del Signore e non nostra, e noi dobbiamo servire e avere cura di questa opera, di questo sogno di Dio. La Chiesa esiste per evangelizzare; il nostro lavoro deve essere ecclesiale pertanto deve essere anche molto evangelizzatore.

D. – Rimandare a qualcosa che non dipende dalle volontà degli uomini, ma da un disegno più alto è un invito a rileggere il disegno di Dio sul matrimonio e famiglia…

R. – Penso di sì. Noi vogliamo presentare la bellezza del matrimonio, della famiglia come un’intima comunità di vita d’amore - come ci ha detto il Concilio Vaticano II – e questo è molto importante. Penso che il tema centrale della famiglia sia importantissimo, lo dice anche il Concilio Vaticano II: che il bene delle persone, della società umana e cristiana - cioè della società e della Chiesa – dipenda molto dalla famiglia. Dobbiamo lavorare molto per insegnare questo alla gioventù, ai giovani, perché quando si sposano sappiano che il loro amore deve essere amore maturo, per tutta la vita, fedele e fecondo.

D. – Che conoscenza c’è oggi dell’insegnamento della Chiesa e delle Sacre Scritture su matrimonio e famiglia?

R. – Penso che non ce ne sia tanta, penso ce ne sia poca. Non so perché succeda questo, sicuramente i motivi sono vari; le persone hanno poco tempo per studiare, per imparare, ascoltare; però, la ricchezza che il magistero della Chiesa offre sulla famiglia, sul matrimonio, sull’uomo, sulla donna, sull’amore per tutta la vita, sulla condivisione della vita in coppia, sull’apertura alla vita, sull’educazione cristiana dei figli, credo che tutto questo renda gli uomini felici. L’altro giorno ho celebrato una Messa per il Sinodo sulla famiglia e c’era una coppia che festeggiava l’anniversario di 50 anni di matrimonio. La loro testimonianza è un messaggio per tutta la gioventù: l’impegno per sempre, l’unione indissolubile fa, certamente, felici le persone e le aiuta a realizzarsi. È possibile. A volte è difficile, ma non impossibile.

D. – Quindi occorre trovare parole nuove, trovare modalità nuove per trasmettere l’insegnamento della Chiesa, delle Sacre Scritture. Si tratta di una sfida per la Chiesa, ma anche di una grande opportunità che viene offerta alle famiglie perché possano vivere in pienezza…

R. – Sì. Dio è amore, Dio comunica il suo amore a due sposi per una vita d’amore. Allora, penso che l’amore lo possano capire tutte le persone, di tutte le culture, di tutte le lingue. Amare è così facile ma anche così difficile: questo è il matrimonio, un impegno per sempre, fedele, un dono totale all’altra persona. L’amore perdona, accoglie; tutto questo è l’amore come dice San Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi.

D. – Cosa chiedono le famiglie in Spagna?

R. – Di “armonizzare” bene la fedeltà a Dio, l’indissolubilità del matrimonio e la misericordia verso tante persone che hanno alle spalle un matrimonio fallito. Si chiede che anche loro possano avere  una vita cristiana intensa.








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