2014-10-08 14:18:00

Napoli. Aperto 11.mo Forum Greenaccord: "Sfamare il mondo"


Sono 800 milioni le persone che soffrono la fame nel mondo, anche se grazie agli Obiettivi del millennio posti dall’Onu la sottoalimentazione si è ridotta dal 23% al 14% in 63 Paesi in via di sviluppo. Con questa fotografia fatta da Ren Wang, vicedirettore generale del dipartimento Fao per Agricoltura e protezione consumatori, si è aperto  questa mattina a Napoli l’11.mo Forum internazionale dell’informazione per la salvaguardia della natura, promosso dall’Associazione Greenaccord. Tema dell’incontro, che si concluderà sabato, è “Sfamare il mondo: alimentazione, agricoltura e ambiente”. Marina Tomarro ne ha parlato con Andrea Masullo, presidente del comitato scientifico del Forum:

R. – Questo tema è stato scelto perché si tratta veramente della vera, grande sfida per il futuro dell’umanità. Noi siamo molto preoccupati per le guerre che ci sono in Medio Oriente. Ma c’è una vera grande guerra, che è latente, ed è la guerra per il cibo e per l’acqua, che si è già scatenata. Pensate soltanto che ormai nei Paesi poveri c’è una quantità di terre, pari a cinque volte la superficie agricola italiana, che sono state praticamente sequestrate dalle multinazionali alimentari che affittano i terreni per 50-100 anni e ne utilizzano le risorse sotterranee idriche e le produzioni agricole – in Paesi che soffrono la fame – per produrre per lo più mangimi e prodotti per il Nord ricco del mondo. Quindi, è veramente il problema dei problemi da affrontare per l’umanità.

D. – E parlando di alimentazione, naturalmente, non si può non parlare dello spreco alimentare. In che modo combatterlo?

R. – E’ chiaro come lo spreco nei Paesi ricchi comporti la sottrazione di cibo ai Paesi poveri. Spreco in senso lato, non soltanto alle quantità spesso eccedenti della nostra alimentazione, ma anche al tipo di alimentazione. Quindi, ridurre l’utilizzo di carni da allevamento e quindi cambiare i nostri stili alimentari, che fa bene alla salute individuale e alla salute del mondo, e si liberano risorse e alimenti per chi ne ha veramente bisogno.

D. – Quanto i cambiamenti climatici influiscono sulle risorse alimentari?

R. – La situazione è molto contraddittoria, perché purtroppo sempre i Paesi poveri si troveranno a soffrire di più per i cambiamenti causati dall’uso dell’energia da parte dei Paesi ricchi. Perché, tutti i processi di desertificazione e anche di crisi di produttività dei terreni sono soprattutto nei Paesi poveri e nei Paesi in via di sviluppo. Paradossalmente, i Paesi del Nord del mondo, i Paesi più ricchi, hanno più potenzialità per adattarsi, per modificare le pratiche agricole, modificare la stagionalità delle colture, per non veder ridotta eccessivamente la loro produzione alimentare. Ma sarà tragico che proprio quella parte del mondo che è destinata a crescere maggiormente come popolazione vedrà ridotta drasticamente la produzione alimentare.








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