2014-10-09 14:25:00

Mons. Mbonytege: Sinodo cerca di capire come vivere dottrina in nuovi contesti


La famiglia è in tanti contesti di guerra e sofferenza una realtà capace di resistere alle alle difficoltà e in alcuni casi uno strumento di riconciliazione. Così è avvenuto in Rwanda, come spiega mons. Smaragde Mbonytege, vescovo della diocesi di Kabgayi. L’intervista è di Paolo Ondarza:

R. – La famiglia è il segreto della Chiesa. La vocazione della famiglia è la più importante e oggi vediamo che è la più minacciata anche a causa della secolarizzazione. In Rwanda c’è una Chiesa che ha sofferto tanto con il genocidio, con la guerra, con i profughi, e ha trovato una nuova partenza con la famiglia, come priorità pastorale.

D. – Viene messa in rilievo anche l’importanza del ruolo della donna, ad esempio: la parità tra uomo e donna. E questa è un’esigenza, un’istanza che viene presentata da molti vescovi provenienti dal continente africano …

R. – Io posso dire che la promozione femminile nel contesto della Chiesa in Rwanda è veramente molto avanti rispetto a tanti altri Paesi, anche europei. Per esempio, in Parlamento il 70 per cento degli eletti sono donne; però, c’è la sfida familiare: la donna e la sua maternità, la sua presenza nella famiglia. Dobbiamo cercare un equilibrio e lo cerchiamo come Chiesa, parlando con le diverse componenti – anche con lo Stato – perché la promozione femminile non deve comportare la distruzione della famiglia. E credo si debba cercare di trovare un equilibrio. Questa non è una realtà propria solo del Rwanda: esiste anche in altri Paesi.

D. – Il suo augurio per questo Sinodo …

R. – Questo Sinodo non è per cercare una nuova dottrina del matrimonio: no, non è questo il suo compito. Il suo compito è di capire come vivere la dottrina della Chiesa sulla famiglia nel contesto pastorale particolare. Non è forse possibile trovare una soluzione universale per far fronte a tutte le sfide poste alla famiglia nei vari contesti del mondo. Credo che l’orientamento corretto sia quello di riconoscere la possibilità adeguata a ciascuna identità culturale di studiare le sfide poste alla famiglia e di proporre le soluzioni appropriate per quel contesto. Ma non credo sia possibile trovare una soluzione universale.








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