2014-10-10 08:21:00

Messico: studenti scomparsi Iguala, scoperte altre 4 fosse comuni


Non si placano le proteste in Messico per la sorte dei 43 studenti scomparsi il 26 settembre dopo scontri con la polizia nella città di Iguala. Migliaia di persone sono scese in piazza nel Paese e nel resto del mondo per chiedere verità. Intanto ieri sono state trovate altre 4 fosse comuni, con 15 corpi, mentre il presidente messicano Nieto ha chiesto un'accelerazione delle indagini. Adele Lapertosa:

Cresce l'indignazione e la richiesta di verità in Messico sulla sorte dei 43 studenti scomparsi dopo gli scontri del 26 settembre scorso con la polizia locale, supportata da membri del crimine organizzato, i Guerrieri Uniti, nella città meridionale di Iguala, nello stato di Guerrero. Gli studenti studiavano nella scuola di Ayotzinapa, un istituto rurale per la formazione degli insegnanti. Il procuratore generale della Repubblica Jesùs Murillo Karam ha reso noto che altre quattro fosse clandestine sono state trovate con i resti di 15 persone, che si aggiungono ai 28 corpi rinvenuti nei giorni scorsi in tre fosse comuni scoperte nella zona. Tuttavia per avere la conferma che si tratti degli studenti scomparsi, bisognerà attendere almeno due settimane per avere l'esito del test del dna.

Finora 30 persone sono state arrestate, di cui 26 poliziotti. Il sindaco della città José Luis Abarca è latitante da giorni, e la procura generale dello Stato di Guerrero lo ha accusato dei 6 omicidi e 43 scomparse legate agli studenti, insieme ad altri funzionari. Dopo le critiche da parte dei familiari, che hanno definito una farsa le ricerche dei giovani da parte del governo e denunciato ostacoli all'attività del gruppo di tecnici forensi argentini, che deve occuparsi dell'analisi del dna dei corpi, il presidente messicano Nieto ha chiesto un'accelerazione delle indagini, e assicurato che questo crimine '”non rimarrà impunito”, “che si andrà fino in fondo per trovare i responsabili che hanno permesso, con loro condotta o la loro negligenza, che ciò avvenisse a Iguala”.

Alla voce delle migliaia di persone scese in piazza in tutto il Messico e nel resto del mondo per protestare e manifestare solidarietà alle famiglie degli studenti, si è aggiunta anche quella del vescovo di La Paz, mons. Miguel Ángel Alba Díaz, che, come riferisce l'agenzia Fides, ha denunciato il silenzio delle autorità in contesto di corruzione e chiesto alla comunità civile di non rassegnarsi a vivere nella viole








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