2014-10-11 15:02:00

Sinodo, intervengono i delegati fraterni. Briefing di mons. Martin


Papa Francesco, come Giovanni Paolo II, ha scelto il tema della famiglia per il suo primo Sinodo: è quanto messo in risalto da mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino, in un briefing con i giornalisti svoltosi oggi nella Sala Stampa vaticana. Intanto, l’Assise straordinaria sulla famiglia, in corso in Vaticano fino al 19 ottobre, lavora alla stesura della “Relazione dopo la discussione”, bilancio di metà percorso, che verrà presentata in Aula lunedì mattina. Ieri pomeriggio, invece, i lavori hanno visto l’audizione di sette delegati fraterni. Un altro delegato, Hilarion, rappresentante del Patriarcato di Mosca, interverrà al Sinodo nei prossimi giorni. Il servizio di Isabella Piro:

Francesco e Giovanni Paolo II: due Papi venuti “da lontano”, ma entrambi profondamente vicini alle loro diocesi e quindi consapevoli delle sfide della quotidianità. Mons. Martin, testimone diretto del Sinodo attuale, ma anche di quello del 1980 sempre dedicato alla famiglia, spiega così alla stampa l’analogia tra i due Pontefici:

“E’ interessante che il tema della famiglia sia stato il tema scelto da Giovanni Paolo II e da Papa Francesco per il loro primo Sinodo. Io penso che questo tragga anche origine dal fatto che erano entrambi vescovi diocesani, un anno prima dei rispettivi Sinodi, e che vedevano la centralità della famiglia per lo sviluppo della Chiesa e per la stabilità della società. Vedevano anche le sfide che la famiglia, come istituzione, e le famiglie dovevano affrontare nella cultura di quel momento”.

Un’ulteriore analogia tra i due Sinodi, continua mons. Martin, emerge dalla presenza di un gran numero di uditori, tra cui tantissime coppie sposate. Certo, continua il presule, i tempi sono cambiati, ed insieme ad essi anche le sfide che la famiglia deve affrontare:

“Quello che mi colpisce questa volta è di ascoltare problematiche che prima venivano evidenziate solamente dai vescovi europei o occidentali. Oggi, invece, le stesse ‘invasioni’ di una diversa cultura si registrano in America Latina e in Africa”.

Sottolineando, inoltre, il clima cordiale che si respira nell’Aula del Sinodo, l’arcivescovo di Dublino mette poi in risalto gli aspetti positivi della fede vissuta nella quotidianità delle persone:

“Io incontro nella mia diocesi ogni giorno delle persone, anche le persone più povere, che vivono in situazioni molto difficili, e che vivono veramente i valori della fedeltà, della dedizione verso i figli, ma non sarebbero mai in grado di esprimere questo nelle formulazioni della nostra teologia: questo non vuol dire che non vivano questa realtà. Bisogna avere un nuovo tipo di dialogo con le famiglie e un nuovo linguaggio: una questione toccata da molti”.

Ieri pomeriggio, intanto, sono intervenuti in Aula sette delegati fraterni. Nel complesso, è stato sottolineato come le sfide e le speranze riversate sul nucleo familiare siano comuni a tutti i cristiani: la famiglia – si è detto – è fondamentale per la società, è base essenziale della comunione nella giustizia. Comune tra i cristiani anche la necessità di un’adeguata preparazione al matrimonio e di una riflessione adeguata sulle nozze tra credenti e non credenti. 

Per quanto riguarda i divorziati risposati, è stato detto che spesso la loro accoglienza nella Chiesa può donare nuova speranza, ispirando una grande vita familiare che crea una grande società. E’ stata poi espressa volontà di ascolto e comprensione, lontane da ogni tipo di condanna, nei confronti delle persone omosessuali, pur ribadendo che il matrimonio è l’unione tra un uomo ed una donna.

Alcune diversità di approccio si sono riscontrate, ad esempio, sul tema della regolazione delle nascite, sottolineando la libertà di coscienza dei credenti, pur sempre nel rispetto del senso dell’amore e del matrimonio. Inoltre, in relazione alle seconde nozze, è stato detto da parte ortodossa che esse rappresentano comunque una deviazione e che vengono sì celebrate, ma dopo un periodo di accompagnamento da parte della Chiesa, per cercare di portare i coniugi alla riconciliazione. Tutti gli interventi si sono conclusi con l’auspicio che il Sinodo straordinario sulla famiglia abbia successo, anche in vista dell’Assise ordinaria in programma per il 2015.

Infine, ieri è stato reso noto che il Papa, per la stesura della Relazione conclusiva del Sinodo, ha deciso di affiancare al relatore generale, al segretario speciale e al segretario generale, altri padri sinodali: i cardinali Gianfranco Ravasi e Donald W. Wuerl; i monsignori Victor Manuel Fernandez, Carlos Aguiar Retes e Peter Kang U-Il e il preposito generale dei Gesuiti, padre Adolfo Nicolás Pachón. 








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