2014-10-13 14:50:00

Indice Globale della Fame: nel mondo 800 milioni di affamati


Nel mondo 805 milioni di persone soffrono la fame. Lo rivela il rapporto sul'Indice Globale della Fame, presentato a Milano dal Cesvi. In Africa una persona su quattro è cronicamente denutrita, mentre in Asia ci sono più di 500 milioni di affamati. Quest’anno lo studio è stato incentrato sulla fame nascosta, conosciuta anche come carenza di micronutrienti che colpisce due miliardi di individui. Maria Gabriella Lanza ha intervistato Giangi Milesi, presidente del Cesvi:

R. - L’indice globale della fame è un indicatore più sofisticato, più complesso, che utilizza tutti i dati disponibili a livello mondiale, incrociando non solo i dati della popolazione adulta, ma soprattutto i dati dei bambini e della mortalità infantile. Quindi ci dà più uno sguardo sul futuro e ci fa capire meglio le tendenze.

D. - Il rapporto quest’anno mette in evidenza l’aspetto della fame nascosta, che colpisce due miliardi di persone al mondo…

R. - Noi abbiamo un indice che ci incoraggia a proseguire nella battaglia contro la fame, perché ci fa vedere dei risultati. Negli ultimi dieci anni la fame è regredita in modo impressionante. Il problema è che restano ancora 805 milioni di persone cronicamente denutrite. Queste persone sono concentrate in Africa, dove siamo fermi ad una persona su 4, cronicamente denutrita e in Asia meridionale, dove ci sono più di 500 milioni di affamati. Soprattutto, c’è questo tema della fame nascosta, il fatto che non solo manchi il cibo per tante persone, ma manchi una corretta dieta alimentare, manchino i micro nutrienti, manchino le vitamine e manchino i minerali, questo con delle drammatiche conseguenze sullo sviluppo umano. Nell’immediato, appunto, la chiamiamo fame nascosta, non si vede, ma i ritardi sulla crescita e sullo sviluppo della popolazione, sulla mortalità infantile, sono enormi. La fame nascosta, fra l’altro, riguarda anche noi occidentali, perché la scorretta dieta è una delle cause dell’obesità.

D. - Ci può raccontare qualche esperienza concreta, messa in luce dal rapporto?

R. - Quest’anno abbiamo parlato di Somalia, perché è una delle tante aree del mondo dove mancano i dati, e abbiamo raccontato quello che facciamo in una situazione di guerra e di violenza. Il tema della guerra e della violenza è una delle tante concause della malnutrizione.

D. - Qual è la situazione in Italia?

R. - In Italia abbiamo un grande problema di rifiuto, di perdite di cibo. Si stima a livello mondiale che un terzo del cibo venga sprecato, distrutto o perso. Questo riguarda soprattutto i Paesi industrializzati, più sviluppati ed è questa la prova del fatto che possiamo dar da mangiare a tutti. Il cibo per tutti c’è e ce ne sarà anche per un pianeta più affollato, dobbiamo, però correggere le nostre abitudini alimentari per la nostra salute e per la salute degli 805 milioni di affamati, che sono con noi sul pianeta Terra.








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