Genova (volontaria): "Qui la gente reagisce, il mugugno è più sui social e sulla stampa"

"Sono giornate molto intense, anche di belle esperienze. Il malumore della gente - che pure è nota per il suo mugugnare - l’ho più sentito più sulla stampa e sui social network, che in giro. Assicuro che se si va per le strade è più forte la voglia di fare e di reagire. E’ stata una cosa molto bella vedere, per esempio, bambini molto piccoli anche solo tenere compagnia, rendersi conto che fin da presto si può crescere sperimentando in prima persona la solidarietà". Barbara Pitto, studentessa universitaria, impegnata nella pastorale giovanile dei gesuiti, fa parte dei movimenti ecclesiali CVX e MEG (Comunità di Vita Cristiana e Movimento eucaristico Giovanile) e coordina gli aiuti di ragazzi volontari per chi è stato travolto dal nubifragio. 

"L’altra mattina non osavamo entrare in un bar perché avevamo paura di sporcare, infangati come eravamo. Alla fine, non solo siamo entrati ma un signore che non conoscevamo e che non era stato aiutato ci ha offerto la colazione a sorpresa. Piccoli gesti di riconoscenza indiretta che fanno bene. Abbiamo aiutato dei ristoratori cinesi - continua Barabara - che avevano aperto la loro attività da nemmeno un mese. Avevano difficoltà a comunicare ai vigili del fuoco, problemi con la lingua italiana che ancora non possiedono bene, avevano timore a chiedere soccorso". 

Gabriele Verrone è coordinatore dell’emergenza per conto dell’Associazione S. Marcellino che si occupa a Genova dei senza dimora: "In questi giorni ci rendiamo conto con ancora maggiore amarezza che Genova, pur essendo un porto di mare e una città di grandi traffici commerciali, non prevede molti posti di pronta accoglienza, grande come è. E così rimane fuori chi chiede di uscire da una situazione di precarietà dovuta ad una calamità come questa. Ciò che mi ha colpito è stato vedere che è forte il senso di appartenenza sociale di cittadini che normalmente non vengono riconosciuti come tali. Le emergenze di questo tipo possono creare integrazione sociale. A Genova servono delle responsabilità".