2014-10-14 15:35:00

Immigrazione e tratta in una ricerca della Caritas di Pescara


Le connessioni della tratta con lo sfruttamento sessuale, con le richieste di rifugio, con le povertà estreme e le discriminazioni: è ciò che mette in luce la ricerca  “Vite in affitto”, condotta in Abruzzo e promossa dalla Caritas di Pescara. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Il fenomeno della commistione tra tratta e asilo non è nuovo. Da tempo discusso e osservato, negli ultimi anni è divenuto sempre più presente nelle varie strutture di accoglienza "Sprar" (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di diverse parti di Italia, sollecitando in più occasione anche la Caritas italiana ad approfondirlo meglio. A Pescara, casi sospetti hanno interrogato diverse realtà esperte del settore che hanno deciso di intervenire con una ricerca dal titolo “Vite in affitto”, condotta dall’equipe del progetto “AGAR, oltre la strada” e promossa dalla Caritas diocesana di Pescara, don Marco Pagniello è il direttore:

R. – L’idea nasce dal nostro bisogno, dal nostro desiderio di capire la realtà, di conoscerla, e si va a delineare una situazione drammatica di donne e di uomini sulle strade, in mano anche a organizzazioni malavitose. Situazioni che ci dicono come il fenomeno della prostituzione stia cambiando: molto in appartamento e non soltanto sulla strada, non solo donne ma anche tanti uomini, tanti ragazzi, giovani.

D. – L’idea dietro a questo progetto è stata sollecitata perché sono state individuate negli "Sprar" le persone che avevano delle commistioni con la prostituzione...

R. – Abbiamo notato che molte donne presenti sulla strada poi ci dicevano essere anche richiedenti di un titolo umanitario: richiedenti asilo, o titolo di protezione. Questo permette alle realtà malavitose di metterle sulla strada liberamente, perché queste donne sono ancora in attesa di permesso e quindi facilita il loro esserci. Tutto questo però nell’illegalità, perché le donne chiedono questo permesso non con reali motivazioni. Purtroppo, la situazione abruzzese penso sia la situazione di tutte le altre regioni italiane dove è presente il fenomeno migratorio. A questo poi si intreccia anche il discorso della tratta per lo sfruttamento sessuale, ma anche per lo sfruttamento lavorativo.

D. – In Abruzzo, di che sfruttamento lavorativo parliamo?

R. – Abbiamo intere zone che conoscono questo fenomeno. Penso alla zona di Avezzano, del Fucino, in alcuni momenti dell’anno, per la raccolta di prodotti ortofrutticoli, abbiamo fenomeni di tratta per sfruttamento lavorativo, fatta la raccolta poi lasciano il territorio. Penso, inoltre, alla zona tra Abruzzo e Marche, dove ci sono tante fabbriche che lavorano il tessile: anche lì c’è la presenza della comunità cinese o di altre comunità che vengono sfruttate e ridotte a lavorare più di 12-15 ore al giorno, senza nessuna tutela sociale e sanitaria.








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