2014-10-14 14:45:00

Irlanda. Ong cattoliche: lotta a disuguaglianze sia priorità del governo


Le priorità finanziarie del Governo irlandese nel 2015 devono essere la riduzione delle disuguaglianze sociali e misure concrete contro la povertà. E’ quanto affermano sette organizzazioni cattoliche impegnate nell’assistenza ai poveri in una dichiarazione congiunta diffusa in vista della presentazione della Legge di Bilancio 2015, prevista il 14 ottobre.

“La lotta alla disuguaglianza è la premessa di una vera ripresa in Irlanda “, affermano i firmatari - tra i quali la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale - ricordando, con le parole di Papa Francesco, che “l’inequità è la radice dei mali sociali” (EG, 202). Questo significa rivedere le politiche fiscali e di spesa, dopo anni di ristrettezze finanziarie, disoccupazione, emigrazione e austerità che hanno avuto “effetti deleteri sul tessuto della società irlandese”, rendendo più impegnativo il lavoro delle organizzazioni coinvolte nell’assistenza ai poveri. Nello specifico – sottolinea la dichiarazione – occorrono misure finanziarie mirate a garantire a tutti un tenore di vita accettabile e a ridurre le disuguaglianze sociali.

L’abbassamento dei redditi di questi anni – si denuncia - ha ridotto letteralmente alla fame il 10 per cento della popolazione irlandese, come indica l’aumento drammatico delle persone che si rivolgono alla banche del cibo in tutto il Paese. Un altro serio problema è l’aggravarsi dell’emergenza abitativa: sempre più famiglie irlandesi hanno difficoltà a pagare i mutui o affitti, tanto che alcune si ritrovano ora per strada. Sono quindi urgenti misure per sostenere queste famiglie.

Ma l’analisi del documento non si limita solo alla situazione in Irlanda: la crisi ha ridotto drasticamente anche i contributi promessi dal Governo irlandese per gli aiuti ai Paesi poveri, scesi allo 0,43 % del Prodotto Interno Lordo contro lo 0,7 % previsto. Quattro quindi le proposte avanzate all’Esecutivo per la Finanziaria 2015: l’adeguamento all’inflazione e ad altre spese dei redditi sociali e minimi; la riduzione delle imposte per i redditi più bassi; più stanziamenti per l’edilizia sociale e, infine, più soldi per i Paesi poveri. (A cura di Lisa Zengarini)








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