2014-10-14 13:18:00

L'Alleanza contro la Povertà lancia il Reddito d'inclusione


La crisi costringe a ridisegnare le politiche sociali in Italia. Nel 2007, le persone in povertà assoluta erano 2 milioni e 400 mila, nel 2013 sono risultate sei milioni. Per questo, una trentina di associazioni chiedono l’introduzione anche in Italia di un Reddito d’inclusione sociale. Il progetto è stato presentato oggi a Roma. Alessandro Guarasci:

L’Italia continua a rimare l’unico Paese nell’Europa a 27, assieme alla Grecia, a non avere una misura di contrasto alla marginalità. Le associazioni dell’Alleanza contro la povertà dunque propongono un "Reddito d’Inclusione sociale", rivolto a tutti coloro che sono in povertà assoluta. A questi soggetti andrebbe un reddito medio di 400 euro, oltre a una serie di servizi, sociali, sanitari, educativi. Lo Stato spenderebbe 7 miliardi in quattro anni e la gestione sarebbe affidata a comuni e terzo settore. Per Francesco Marsico, direttore della Caritas, le priorità del governo devono andare oltre il lavoro:

“Diciamo che accanto a queste priorità condivisibili c’è anche il tema della povertà. Una persona su dieci, secondo i dati Istat, si trova in questa condizione. Non si possono ignorare. Noi diciamo innanzi tutto 'no' a forme di intervento 'spot' sul tema povertà che non lasciano e non strutturano nel Paese forme di risposte durature in questo senso”.

Chi riceverà il Reddito d’inclusione sociale dovrà prendere precisi impegni. Dunque: fare formazione, portare i figli a scuola, farsi seguire dai Servizi sociali. Insomma, deve cercare di migliorare la propria condizione. D’altronde, il bonus degli 80 euro non ha avuto tutti gli effetti sperati, come dice Cristiano Gori, ricercatore alla Cattolica di Milano

“Il bonus di 80 euro porta vantaggi alle persone quasi povere, non al 10% con reddito più basso, cioè ai poveri, perché non è stato rivolto a loro. Noi abbiamo preso in considerazione le venti principali voci di spesa pubblica. Facendo un confronto tra quelle italiane e quelle dei Paesi dell’Unione Europea, la voce nella quale il nostro Paese è più in ritardo è quella relativa alla lotta alla povertà, in cui noi registriamo l’80% di spesa in meno”.

Molto difficile che il governo accolga le richieste dell’Alleanza in questa legge di Stabilità. Ma l’obiettivo è a portata di mano nel 2015.








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