2014-10-14 14:10:00

Sinodo. Mons. Stankevičs: famiglia sotto attacco, Chiesa la difende


L’Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata a “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” è proseguita questa mattina in Vaticano con i lavori dei Circoli minori. I Padri sono chiamati a lavorare alla stesura dei documenti finali del Sinodo partendo dalle osservazioni sulla “Relatio post disceptationem” letta ieri mattina in aula. Lo spiega al microfono di Paolo Ondarza l’arcivescovo di Riga in Lettonia, mons. Zbigņev Stankevičs:

R. – Già ieri pomeriggio, abbiamo iniziato il lavoro nei Circoli minori. Cerchiamo di correggere alcune espressioni, non corrette a mio modo di vedere, usate nella “Relatio”. Lo facciamo per elaborare un testo finale più equilibrato e che risponda meglio sfide di oggi. La mia convinzione è che il compito principale del Sinodo è di riaffermare la verità del Vangelo sul Matrimonio. Oggi, la famiglia si trova sotto un attacco fortissimo, il compito principale dei Padri sinodali non è fare qualche apertura poco definita ma è di applicare, nuovamente, per la situazione di oggi l’insegnamento della Chiesa. Sicuramente è necessaria un’apertura e dobbiamo andare incontro alle sfide contemporanee per quanto possibile. Ma senza perdere l’identità cattolica e senza rinunciare alla verità sul matrimonio.

D. – Una Chiesa che muove il mondo, piuttosto che una Chiesa che viene mossa dal mondo?

R. – Sì, è proprio così, perché quando la Chiesa permette al mondo di muoverla si rischia di perdere l’identità. Quando perdiamo l’identità vuol dire che perdiamo il sale. Se perdiamo il sale, il mondo non ha più bisogno della Chiesa. La Chiesa non serve a soddisfare i piaceri del mondo, la Chiesa serve per dare sale al mondo, per mostrare la verità che viene dall’alto. Noi abbiamo ricevuto la Rivelazione da Dio: nostro compito è trasmettere questa Rivelazione in un modo che sia il più comprensibile possibile, tenendo in giusta considerazione anche le difficoltà del mondo. Noi siamo stati troppo rigidi qualche volta. In questo senso, è necessaria una conversione da parte nostra. Dobbiamo farlo con tutta l’umiltà, con tutta la misericordia verso il mondo, ma la verità rimane sempre, la verità è oggettiva. Non possiamo dire che ognuno può capirla come vuole.

D. – Lei diceva inizialmente che oggi la famiglia è posta sotto minaccia, sotto attacco. Venti anni fa, questo concetto era già stato espresso da Giovanni Paolo II nella “Lettera alle Famiglie” quando scriveva: “Alla disgregazione delle famiglie sembrano purtroppo puntare ai nostri giorni vari programmi sostenuti da mezzi molto potenti”. È un’affermazione ancora valida?

R. – Sì, perché i processi si sviluppano e quell’attacco oggi prende altre forme. Ai giorni nostri, l’ideologia del “gender”, ad esempio, è molto forte: si afferma che ognuno può scegliere la propria identità, anche sessuale e biologica, ma questo  non è vero. Questo attacco contro la famiglia ha preso nuove forme, ha conquistato diverse nazioni. Il processo continua, il pericolo è cresciuto in questi venti anni.

D. – Si tratta di un attacco contro la natura umana?

R. – Sì, contro l’identità della famiglia, contro l’identità umana. Noi dobbiamo riaffermare la verità trovando un linguaggio adatto, comprensibile anche al mondo per quanto sia possibile.

D. – Il mondo oggi chiede di capire?

R. – Diciamo che le lobby che attaccano la famiglia non lo chiedono: perseguono i loro interessi e cercano di imporli a tutto il mondo. Personalmente, però, ho incontrato molte persone, anche non credenti, che cercano la verità. Vedo che nel mondo sta crescendo un’opposizione verso tendenze che distruggono la famiglia.

D. – Trattandosi di una materia di grande attualità, estremamente delicata, la responsabilità dei Padri sinodali riuniti in questo Sinodo è enorme…

R. – Stamattina, ho celebrato la Messa anche per il Sinodo, affinché lo Spirito Santo ci faccia da guida per non rinunciare al nostro compito, alle nostre responsabilità, per non sottometterci alla pressioni del mondo e a quelle dei mass media.








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