2014-10-15 14:18:00

Malattie, prof. Morrone, San Gallicano:"La tubercolosi uccide più di ebola"


 Il professor Aldo Morrone, 60 anni, infettivologo, primario di Malattie Tropicali all'ospedale San Gallicano di Roma, conferma come in Africa esista un grave problema sanitario, "ma l'Italia e l'Europa non corrono alcun rischio: siamo in grado di fermare la malattia e possiamo fare moltissimo. I sistemi di vigilanza da noi sono talmente sofisticati che un'epidemia verrebbe immediatamente circoscritta". "Anche gli immigrati che arrivano sulle nostre coste con l'operazione Mare Nostrum, spiega il prof. Morrone, non costituiscono un pericolo: la malattia ha un'incubazione breve, in media tra i quattro e i dieci giorni, mentre quelle persone sono in viaggio da settimane se non da mesi. Nessun mercante di uomini li trasporterebbe via mare se intravedesse il segno di una malattia". 

"Ebola è la punta di un iceberg - dice Morrone - e al di sotto di questo iceberg c'è il disintresse del Nord del mondo per le malattie infettive che continuano a mietere vite senza sosta. Vogliamo parlare di Ebola? Benissimo. Prima, però, ricordiamo che finora ci sono stati circa tremila casi di febbre emorragica. Ogni anno la diarrea infantile uccide due milioni di bambini tra l'Africa e il sud est asiatico, mentre la tubercolosi, trasmissibile per via aerea, ne fa morire un milione". "I Paesi colpiti dall'epidemia, conclude, hanno subito grossi tagli alle risorse sanitarie. Il virus Ebola è tipico della povertà dell'Africa. Bisogna dunque investire a questi livelli, altrimenti si assisterà sempre a picchi di emergenza e a periodi silenti". 

 








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