2014-10-16 15:04:00

36 anni fa l'elezione di Giovanni Paolo II. Zimowski: Papa della famiglia


36 anni fa, era il 16 ottobre 1978 veniva eletto al soglio pontificio Giovanni Paolo II. Francesco, canonizzando il suo predecessore, lo ha definito “Papa della famiglia”. Lo ricorda mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, che al Sinodo dei vescovi ha evidenziato il tema della famiglia come luogo di accoglienza di anziani e malati. Ascoltiamo il presule al microfono di Paolo Ondarza:

R. - Oggi celebriamo la ricorrenza dell’elezione scelta di Karol Wojtyla al pontificato. Stamattina abbiamo celebrato la Santa Messa con un gran gruppo di sacerdoti e di laici per ringraziare per questo grande pontificato. Durante la canonizzazione di Giovanni Paolo II, Papa Francesco ha detto che Giovanni Paolo II è il “pontefice della famiglia”. Allora, possiamo dire che questo Sinodo prosegue quello che ha fatto per la famiglia Giovanni Paolo II. Il primo Sinodo che lui ha seguito era proprio sulla famiglia, al termine del quale è stata pubblicata la “Familiaris consortio”. Nella missione, soprattutto dinanzi ai grandi cambiamenti dal mondo contemporaneo, è importante che la famiglia sia considerata come soggetto imprescindibile per l’evangelizzazione. Tutti dobbiamo essere evangelizzatori per la famiglia.

D. - E se il matrimonio è una via verso la santità, San Giovanni Paolo II ci ha dato anche una testimonianza di come attraverso la malattia si possa conseguire la santità. Tante famiglie vivono al loro interno la realtà della malattia, di un malato presente all’interno della famiglia…

R. – Vorrei ricordare le parole del consenso durante il matrimonio. Gli sposi ripetono: “Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. Così fa lo sposo, così fa la sposa. Allora, si può dire che nel momento in cui i giovani cominciano a essere sposi e in seguito genitori, sanno che verranno questi momenti di gioia e ci auguriamo che questi momenti di gioia esistano in ogni famiglia. Ma gli sposi dicono anche: nel dolore, nella salute e nella malattia.

D. – Sono parole forti per i nostri tempi, in cui è forte quella che Papa Francesco chiama la cultura dello scarto: chi è debole spesso viene scartato…

R. – Sì, l’uomo è via della Chiesa. Tramite la sofferenza ci santifichiamo. Guardando la sofferenza di Cristo, uniamoci alla sofferenza di Cristo, ma anche offriamo questi nostri dolori per la Chiesa, per le famiglie, per il Santo Padre, per i vescovi, per le vocazioni sacerdotali. La famiglia è un ambiente dove crescono le vocazioni sacerdotali religiose e il Sinodo è l’occasione giusta per ricordare questa dimensione. Allora è possibile far del bene con la propria sofferenza offrendola per queste intenzioni.

D. – Il suo augurio per questo Sinodo dei vescovi anche in vista del prossimo…

R. – Si può dire che questo era un assaggio dei problemi di cui abbiamo parlato e  trattato. Abbiamo anche pregato per le famiglie. Auguriamo che ogni famiglia guardando la Sacra Famiglia, cioè Gesù, Maria e Giuseppe, sia felice e gioiosa come gli sposi novelli dicono: di voler essere sempre fedeli nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. Allora, un augurio per tutte le famiglie anche quelle meno felici.








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