2014-10-17 14:13:00

Paolo VI: ispirata a lui la musica liturgica della Beatificazione


Per il giorno della Beatificazione di Paolo VI, la liturgia avrà anche una veste musicale d’eccezione. Una compagine ispirata all’esperienza di vita di Papa Montini e soprattutto l’Inno ufficiale “In nomine Domini”. La musica è del direttore della Cappella Musicale Pontifica "Sistina", don Massimo Palombella, e il testo del gesuita padre Eugenio Costa. Ma in che modo la figura del Pontefice vivrà in questa musica? Gabriella Ceraso lo ha chiesto allo stesso don Massimo  Palombella:

R. – L’inno scritto per la Beatificazione di Paolo VI è, fondamentalmente, un inno a Cristo dove si rende grazie attraverso la vita di Paolo VI. Il cuore dell’inno è dato dal testo del ritornello – "Christus, lumen gentium! Christus in Ecclesia! Mittat nos ad gentes!" – che in tre incisi scritti per una grande assemblea, sintetizza tutta la vita di Paolo VI: con al centro Cristo e con “l’essere mandati alle genti” . Le tre strofe poi che compongono l’inno, scritte in una maniera pluriarticolata da padre Eugenio Costa – in una maniera veramente intelligente e speciale – permettono un intervento della Schola Cantorum, un intervento del solista, intercalato con un intervento assembleare, dove l’assemblea interviene dicendo, “In nomine Domini”, che è il motto di Paolo VI. Le strofe che tratteggiano la personalità di Paolo VI, e quindi anche nella scrittura musicale, sono delicate e raffinate perché l’uomo è tale: è grande perché delicato e raffinato.

D. – Quindi, vocazione personale, azione di pastore e irradiamento di questa figura tutt’oggi nella Chiesa. È questo Paolo VI attraverso questa musica?

R. – Sì, decisamente. "A noi oggi parli ancora”, recita la terza strofa, perché effettivamente tutto quello che noi stiamo facendo, nell’attuazione del Concilio Vaticano II, è la riforma liturgica. Abbiamo ancora come punto di riferimento quello che Paolo VI intuì e cominciò ad attuare, ma è un cammino che è solo all’inizio. A noi il compito di essere fedeli al mandato del Concilio.

D. – Anche nella compagine musicale che parteciperà e animerà la giornata di domenica c’è qualcosa di Paolo VI. In che modo?

R. – Due grosse presenze. La prima è il coro del Duomo di Milano: il cardinale Montini fu arcivescovo di Miliano e proprio in quegli anni ci fu un grande studio, un grande approfondimento di tutto il canto ambrosiano. Quindi, il coro del Duomo di Milano canterà insieme alla Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. Con questa particolarità, che anche durante la celebrazione eucaristica ci sarà un’inserzione ambrosiana, il canto dopo il Vangelo. E poi, ci sarà la presenza di un coro della diocesi di Brescia – circa 60 persone – che si uniranno a un coro inglese, che verrà per l’occasione, e al normale coro guida che canta nelle celebrazioni per un totale di circa 270 persone, che faranno il cosiddetto “coro guida”, cioè il coro che fa la parte dell’assemblea. Mentre il Pontificio Istituto di Musica Sacra parteciperà cantando tutte le parti gregoriane della celebrazione, in risposta alla polifonia della Cappella Sistina e del coro del Duomo di Milano.

D. – Quindi, la musica per comunicare cosa di questa figura così complessa, così bella e ricca?

R. – Per comunicare, fondamentalmente, che il dialogo con la modernità, la ricerca e lo studio sono il veicolo dell’evangelizzazione e anche questa interazione di soggetti celebranti, di diverse "schole cantorum", di strumenti musicali fa parte, in fin dei conti, di quella grande intuizione ecclesiologica che sta dietro e a tutta la riforma liturgica che ha chiesto il Concilio Vaticano II.

D. – E quindi  Paolo VI…

R. –  Paolo VI, ovviamente.








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