2014-10-18 14:21:00

Nigeria: accordo con Boko Haram. Lunedì rilascio studentesse


Potrebbero essere liberate lunedì da Boko Haram le 219 studentesse nigeriane rapite ad aprile a Chibok, nel Borno, e al centro di una mobilitazione internazionale. E' quanto filtra dal gruppo jihadista all'indomani dell'annuncio del governo nigeriano di un accordo per la tregua con gli estremisti dopo 5 anni di violenze e migliaia di vittime. La data è stata indicata dal segretario generale di Boko Haram, il quale ha anche assicurato che le "ragazze stanno bene”.Ma sull’accordo resta il mistero: se i mediatori del Ciad confermano e rimandano alla prossima settimana per una definizione dei particolari, i servizi di sicurezza nigeriani frenano e Washington non è in grado di confermare in modo indipendente la notizia. Di “tregua momentanea e sostanzialmente finalizzata” parla Valentina Colombo, ricercatrice di Storia dei Paesi islamici all’Università Europea di Roma. L'intervista è di Gabriella Ceraso:

R. – Anzitutto, ribadiamo che siamo ancora nel campo delle ipotesi. Ci auguriamo che tutto questo, soprattutto la liberazione delle studentesse, avvenga. Ciò nonostante è scontato che un accordo di questo genere preveda un prezzo da pagare. Io credo che l’accordo più plausibile, più ipotizzabile, sia libertà di agire all’esterno, a fronte di rilascio delle studentesse e sicurezza interna al Paese. In questo momento, Boko Haram e tutte le altre realtà del Nord Africa e dell’Africa subsahariana, legate alle due realtà – Stato islamico e Al Qaeda – sono infatti compattate per combattere il nemico comune, la coalizione militare.

D. – Si potrebbe parlare di Boko Haram moderati, se si viene a trattare con loro?

R. – Io non ci credo. Io credo ad un loro estremo pragmatismo politico. Moderazione per loro significa semplicemente gradualità nell’ottenere l’obiettivo, che è uno Stato islamico. Tutta questa realtà, che in questo momento è compattata, nel momento in cui sarà risolta la questione “coalizione militare”, ritornerà a dividersi e quindi i Boko Haram torneranno ad avere le loro aspirazioni locali. Se, quindi, in questo momento, c’è un arretramento sulla questione “califfato” nel nord est della Nigeria, è un arretramento decisamente temporaneo. Sono convinta, come è sempre stato nel corso della storia, che nel momento in cui l’emergenza sarà conclusa, il problema si riproporrà. E’ questo il motivo per cui questo accordo, se accordo c’è stato, potrebbe diventare quello che l’Occidente molto spesso ha fatto con gli estremisti islamici. Corrisponde, comunque, a quello che Winston Churchill diceva: che "la persona condiscendente è colui che nutre il coccodrillo, nella speranza di essere mangiato per ultimo".

D. – Sullo sfondo rimane l’atteso annuncio da parte del presidente Goodluck Jonathan, di una sua ricandidatura il prossimo febbraio. Su questo, in coincidenza con l' annuncio della tregua, lei che pensa?

R. – Diciamo che mi fa chiudere il cerchio. Chi si vuole ricandidare ha assolutamente bisogno di sicurezza interna, ha bisogno di dimostrare di avere garantita questa sicurezza interna e di avere riportato dei successi. Per cui un accordo con i Boko Haram potrebbe essere sentito come funzionale a questa ricandidatura. E, ribadisco, purtroppo, che questo fatto, se funzionale ad una ricandidatura, potrebbe dimostrarsi un tallone d’Achille, qualora il presidente venisse riconfermato.








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