2014-10-20 15:16:00

Kobane : ok della Turchia a transito peshmerga iracheni


Il Consiglio dei ministri degli esteri europei ha adottato nuove sanzioni contro il regime siriano di Assad. Colpite 16 persone e due entità con il congelamento dei beni e il divieto di spostamento nell’area Ue, per sostegno pratico alla repressione operata dal regime. Intanto la battaglia intorno a Kobane nel Nord curdo siriano continua anche col supporto della Turchia. Il servizio di Gabriella Ceraso:

A parlare è il ministro degli Esteri turco. “Ankara”, dichiara Mevul Cavusoglu, “ha preso delle misure per aiutare i combattenti curdi d’Iraq a raggiungere, attraverso il suo territorio, la città curda siriana di Kobane da quasi un mese teatro dell’avanzata dell’Is”. 200 i curdi prigionieri a Nord di Raqqa che chiedono l'apertura di corridoi di sicurezza. E la mossa turca potrebbe infliggere un colpo ulteriore alle perdite tra i jihadisti del sedicente Stato islamico che negli ultimi quattro giorni, sarebbero almeno una trentina grazie ai raid della coalizione e al supporto di armi americane alla difesa curda. Un flusso di armi a cui oggi si unisce ufficialmente anche Mosca: “continueremo ad aiutare Iraq e Siria nella lotta al terrorismo internazionale”, ha detto il ministro degli esteri Lavrov, “con armi e attrezzature militari”. Un flusso che, in un Paese ancora devastato dalla guerra civile, appare tutt’altro che risolutivo come conferma il padre gesuita Ghassan Sahoui raggiunto telefonicamente ad Aleppo:

 R. – L’Isis cerca di attaccare i villaggi curdi. Sono curdi quelli che arrivano ad Aleppo, profughi che chiedono di essere accolti e si chiedono perché vivono così, fino a quando e perché non ci sono aiuti…

D. – A proposito degli aiuti, finora l’intervento internazionale sembra essere stato quello di fornire armi ma non è questo che serve. Voi che lo vivete lo potete confermare?

R. – Certamente, ci vuole di più, ci vuole un impegno politico su tanti fronti. Non sono le armi che risolvono tutti i problemi.

D. – Il Papa oggi ha parlato di "terrorismo di dimensioni prima inimmaginabili", in cui si è persa completamente di vista "la dignità dell’uomo"…

R. – Purtroppo è una questione morale difficile quella che viviamo, viviamo una violenza quasi senza limiti. Viviamo in un mondo che non rispetta l’altro, con le sue differenze: se non sei con me, devi essere contro di me.

D. – Vogliamo ribadire che volto ha oggi la Siria: è l’immagine di un Paese sofferente, in guerra? Come lo descriverebbe?

R.  – Malgrado tutte le difficoltà che incontriamo e la miseria piscologica, morale della popolazione, sono contento di vedere tante iniziative di solidarietà e di vedere anche che c’è un’amicizia che fa incontrare le persone nella sofferenza. Insieme, proviamo a confrontarci su questa situazione per salvare l’uomo. Quando c’è la morte - e ci è vicino ogni giorno, quando affrontiamo colpi di mortaio e altro -, la gente cerca l’essenziale, esce dalla superficialità. In questo senso, questa crisi può aiutare l’uomo ad andare fino in fondo al senso della vita.








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