2014-10-20 14:35:00

Sinodo. Mons. Paglia: evento di libertà al servizio di tutto il mondo


Il Sinodo straordinario sulla famiglia si è concluso dopo due intense settimane di lavori. Ora la parola torna alle Chiese locali in attesa della prossima assemblea del 2015. Ascoltiamo il commento di mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – E’ stata, a mio avviso, una tappa importante, direi molto importante. Si pone, infatti, su quella prospettiva propria del Pontificato di Papa Francesco, che è quella di obbedire al soffio dello Spirito. Il dibattito è stato molto acceso, importante, profondo, libero, e non c’è dubbio che il testo finale approvato prenda per mano tutti noi vescovi, anche con gli equilibri oscillanti dei voti. Certamente, però, è una porta aperta, che indirizza il lavoro di tutte le Chiese locali per cercare di rispondere, da una parte, all’alta vocazione della famiglia e, dall’altra, per aiutare tutte quelle famiglie che hanno bisogno di sostegno, per camminare verso una vita buona, una vita bella, che è appunto quella della famiglia.

D. – Una Chiesa che ha mostrato grande libertà nel dialogo: il Papa l’ha chiamata “parresia”...

R. – Sì, è stata una libertà a favore del mondo intero, perché quei 191 vescovi che riempivano l’Aula del Sinodo portavano sulle loro spalle, nei loro cuori e nei loro pensieri, le famiglie di tutto il mondo, anche quelle non credenti.

D. – Il Papa, nel suo discorso conclusivo, ha parlato di due tentazioni: la tentazione dei tradizionalisti e la tentazione dei progressisti...

R. – Sì, in effetti, sono due tentazioni che, in fondo, fanno restare fermi dove si è. Io credo che lo spirito di Papa Francesco spinga ad andare oltre queste categorie troppo umane, perché alla fine appunto sono categorie individualiste o di gruppi particolari. A noi è chiesto di comunicare a tutti il Vangelo della famiglia, il quale è teso a fare dell’intero genere umano una sola famiglia, quella di Dio. Ecco perché c’è bisogno di una profezia in più e non di litigi all’interno dello stesso circolo.

D. – Come valuta il lavoro dei mass media? Qualcuno ha voluto tirare la giacchetta del Papa da una parte o dall’altra...

R. – Sì, i mass media a volte obbediscono a linee ideologiche, a linee troppo strette - lo Spirito non sopporta camicie di forza come queste. E a volte è accaduto che la stampa abbia preso il braccio, che pure era stato allungato, e lo abbia strattonato, facendo sbilanciare, in qualche modo, anche i testi. Tutto questo non ci scandalizza. Sappiamo che è nella realtà delle cose. Ma quel che conta è non lasciarsi soggiogare dalla stampa.

D. – C’è qualche osservatore che ha notato che, dai vari messaggi che sono giunti dal Sinodo, alcuni fedeli sono rimasti un po’ confusi. Che dire a proposito?

R. – Probabilmente, è anche vero. Probabilmente, è anche esagerato. C’è magari chi ha interesse a sollecitare tutto questo. In verità, quando si ha un dibattito, è ovvio che significa che non tutto è chiaro. Ma la vita della Chiesa, come quella di qualsiasi famiglia, è fatta di chiarimenti, di domande, di dibattiti e non c’è dubbio che ci siano zone d’ombra o zone oscure. Ma, proprio per questo, il Signore ci ha detto che dobbiamo parlare con “parresia”, senza sottrarci. Vorrà dire che sarà importante, per chi magari ha poco compreso, che chi di noi ha partecipato faccia non solo un miglio, ma ne faccia due, per aiutare la comprensione, senza dimenticare che Gesù, come Papa Francesco sottolinea, non ha avuto paura di mangiare con tutti, di accogliere tutti e di indicare a tutti la strada da seguire, se c’era bisogno anche attraverso il cambiamento delle proprie azioni o delle proprie attitudini. 








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