2014-10-21 12:22:00

Liberia: appello della Chiesa per le famiglie colpite da Ebola


Non solo morte e fame, ma anche una rabbia crescente e la diffusa sensazione di essere stati abbandonati da Dio e da tutti: queste le drammatiche conseguenze dell’epidemia di Ebola in Liberia, uno dei tre Paesi più colpiti dall’epidemia, insieme alla Sierra Leone e alla Guinea Conakry, con almeno 2.400 vittime. E’ un grido di allarme quello lanciato da mons. Anthony Fallah Borwah, vescovo di Gbarnga, che in un’intervista telefonica all’agenzia Cns si appella ai confratelli in tutto il mondo ad usare la loro influenza presso la comunità internazionale per aiutare le famiglie colpite in Africa occidentale.

“Intere famiglie sono state decimate”, mentre il collasso di tutte le attività economiche in un Paese già povero e devastato da decenni di guerra civile le sta riducendo letteralmente alla fame, denuncia il presule che non ha potuto partecipare al Sinodo dei vescovi appena concluso, proprio a causa dell’emergenza sanitaria.

L’epidemia sta mettendo a durissima prova anche i rapporti umani all’interno delle stesse famiglie: per evitare il contagio non si celebrano più funerali, mentre la psicosi del contagio esaspera la diffidenza e impedisce di esprimere qualsiasi forma di affettività: “Di fronte ad Ebola stiamo perdendo la nostra umanità. Questa malattia rende impossibile la normale gentilezza umana, come mettere il braccio attorno a qualcuno che piange”, dice il presule. “Siamo un popolo distrutto dal dolore”.

Per mons. Borwah, è urgente cercare le cause della malattia per fermare le teorie del complotto che si vanno diffondendo tra la popolazione come il virus. “La chiave per sopravvivere è recuperare la nostra umanità, la nostra naturale gentilezza umana”, sottolinea. E la Chiesa in Liberia si sta muovendo anche su questo fronte, nella consapevolezza che occorre un approccio integrale alla crisi che non è solo sanitaria. “Come Chiesa dobbiamo puntare la nostra attenzione su soluzioni a lungo termine”, dice mons. mons. Borwah. (A cura di Lisa Zengarini)








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