2014-10-21 08:00:00

Turchia: via libera ai curdi a difesa di Kobane in Siria


E, nel quadro della lotta contro l’avanzata del sedicente Stato Islamico in Siria e Iraq, spicca la notizia del via libera della Turchia ai combattenti curdi di entrare in Siria a difesa della città di Kobane, da settimane al centro del conflitto tra jihadisti e peshmerga curdi. Ce ne parla Giancarlo La Vella:

Ankara prende atto del rischio che Kobane, in territorio siriano, ma a pochi chilometri dal confine turco, cada nelle mani del Califfato. In questa situazione i nemici di ieri possono diventare gli alleati di oggi. La storica ostilità con i curdi curdi, rappresentati dal Pkk di Abdullah Ocalan, viene per ora messa da parte, consentendo ai miliziani curdi in Iraq di passare dal proprio confine per poi recarsi in Siria a sostegno della resistenza curda assediata. “Aiuteremo i peshmerga a entrare a Kobane – ha spiegato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu – Non abbiamo alcun desidero di veder cadere Kobane”. Una svolta, dunque, a fronte dei precedenti rifiuti della Turchia di far passare i miliziani curdi attraverso l'unico corridoio di ingresso nella città. Ma intanto cresce la preoccupazione per l’emergenza umanitaria nel nord della Siria devastato dal confronto tra Stato Islamico e coalizione internazionale. Profughi in aumento, civili in miseria. Sentiamo la testimonianza del padre gesuita Ghassan Sahoui, raggiunto telefonicamente ad Aleppo da Gabriella Ceraso:

L’Isis cerca di attaccare i villaggi curdi. Sono curdi quelli che arrivano ad Aleppo, profughi che chiedono di essere accolti e si chiedono perché vivono così, fino a quando e perché non ci sono aiuti…

D. – A proposito degli aiuti, finora l’intervento internazionale sembra essere stato quello di fornire armi ma non è questo che serve. Voi che lo vivete lo potete confermare?

R. – Certamente, ci vuole di più, ci vuole un impegno politico su tanti fronti. Non sono le armi che risolvono tutti i problemi.

D. – Il Papa oggi ha parlato di "terrorismo di dimensioni prima inimmaginabili", in cui si è persa completamente di vista "la dignità dell’uomo"…

R. – Purtroppo è una questione morale difficile quella che viviamo, viviamo una violenza quasi senza limiti. Viviamo in un mondo che non rispetta l’altro, con le sue differenze: se non sei con me, devi essere contro di me.

D. – Vogliamo ribadire che volto ha oggi la Siria: è l’immagine di un Paese sofferente, in guerra? Come lo descriverebbe?

R.  – Malgrado tutte le difficoltà che incontriamo e la miseria piscologica, morale della popolazione, sono contento di vedere tante iniziative di solidarietà e di vedere anche che c’è un’amicizia che fa incontrare le persone nella sofferenza. Insieme, proviamo a confrontarci su questa situazione per salvare l’uomo. Quando c’è la morte - e ci è vicino ogni giorno, quando affrontiamo colpi di mortaio e altro -, la gente cerca l’essenziale, esce dalla superficialità. In questo senso, questa crisi può aiutare l’uomo ad andare fino in fondo al senso della vita.

 








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