2014-10-22 12:42:00

Il Papa: soluzioni per Meridiana. Il vescovo: anche politica responsabile


All'udienza generale, il Papa ha lanciato un appello per la Meridiana. La compagnia aerea ha confermato di voler licenziare 1.366 persone, anche se il governo ieri ha avanzato una proposta che prevede incentivi agli esodi volontari e parziale ricollocazione degli esuberi nelle società del gruppo. Venerdi nuovo incontro a Roma. Alessandro Guarasci:

"Auspico vivamente che si possa trovare un’equa soluzione, che tenga conto anzitutto della dignità della persona umana e delle imprescindibili necessità di tante famiglie. Per favore, faccio un appello a tutti i responsabili: nessuna famiglia senza lavoro!"

Sono almeno 150 i dipendenti Meridiana arrivati questa mattina a Piazza San Pietro, riconoscibili dalle loro magliette rosse con scritto: “Io sono un esubero Meridiana”. Hanno accolto con grande speranza l’appello di Francesco:

"Noi stiamo lottando da anni. Per la prima volta è stato il Papa a parlare apertamente di dignità. In questo Paese non viene imposta alle aziende una responsabilità sociale, che non permetta di sfruttare i cittadini italiani e di buttarli, quando non servono più, quando raggiungono una certa età, quando a 40 anni iniziano a costare troppo e perché? Perché hanno messo su famiglia, hanno acceso un mutuo in banca. No, li lasciamo a casa e prendiamo i ragazzini, perché costano meno e sono più facili da trattare. Questo non è giusto!".

E con gli stessi sentimenti parla il vescovo di Tempio-Ampurias, mons. Sebastiano Sanguinetti:

R. – Conforta l’intervento del Papa, conforta anche me e la Chiesa diocesana, che in questa vertenza è stata vicina, cerca al massimo di essere vicina ai dipendenti, ma cerca di essere vicina anche a quelli che sono i diritti di un territorio, perché nel futuro, nel presente, ci siano un minimo di garanzie economiche e sociali per le famiglie e i lavoratori.

D. – L’azienda ieri sera ha confermato i licenziamenti: quale sentimento si respira in Sardegna?

R. - Il fatto che sia stata sospesa, che non si sia dato immediato avvio alla procedura del licenziamento, fa sperare. Quindi si capisce che per le famiglie e per tutto il territorio la posta in gioco è davvero grande. Questa vertenza ha preso un versante che porta verso un quasi totale smantellamento dell’azienda, perché si tratta del licenziamento di 1.634 dipendenti su 2.100.

D. – Lei vede responsabilità anche da parte dell’azienda, un mancato piano di sviluppo? Perché se dovesse saltare la Meridiana, la Sardegna sarebbe ancor più isolata…

R. – Forse la società sta pagando errori strategici di acquisizione di altre compagnie decotte e quindi in grandissima crisi, le cui perdite poi sono andate a confluire sulla società madre. E quindi, sulle spalle, Meridiana si trova queste passività pregresse che evidentemente sono difficili da gestire se non con una politica in questo momento di dismissione a favore di una società collegata, che è l’Air Italy, low cost, che in qualche maniera ha contratti totalmente diversi  rispetto a quelli di Meridiana.

D. - Quello che però sembra manchi per la Sardegna, è un vero piano di sviluppo a livello un po’ più generale che punti sulle tipicità dell’isola, ma anche sull’innovazione che l’isola potrebbe dare. Lei è d’accordo?

R. – Anche la politica ha la sua responsabilità. La politica sia regionale, sia nazionale, sia anche europea. Quindi sicuramente manca una politica, una politica di sviluppo generale dove puntare su quelle che sono le risorse, per noi la risorsa generale è l’enogastronomia e quella ambientale. Si è preferito invece puntare su altri percorsi industriali, del tutto inadeguati a quella che è la caratteristica, la peculiarità della Sardegna.








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