2014-10-22 12:23:00

Premio Sakharov al ginecologo congolese Mukwege


“Un segnale forte che il Parlamento europeo ha voluto dare per dire a tutte le donne vittime di violenze sessuali in zone di conflitto che non sono sole, non vengono abbandonate al proprio destino. Una speranza e un auspicio che prossimamente la popolazione congolese possa finalmente vivere in pace e lavorare liberamente nei campi”: sono queste le prime parole pronunciate dal vincitore del premio Sakharov 2014, assegnato dal Parlamento europeo al ginecologo congolese Denis Mukwege.

Originario del Sud Kivu, nell’instabile regione orientale della Repubblica democratica del Congo, il ginecologo, 59 anni, viene sopranominato “l’uomo che cura le donne vittime di stupro”. Con il suo team di medici, psicologi e infermieri - riferisce l'agenzia Misna - ogni giorno dal 1999 nell’ospedale di Panzi accoglie donne i cui corpi sono stati martoriati e utilizzati come ‘armi di guerra’ dagli innumerevoli gruppi ribelli locali e stranieri attivi nell’est. In 15 anni di attività circa 450.000 donne stuprate e mutilate hanno ricevuto assistenza al Panzi.

In prima linea nella denuncia dei crimini contro l’umanità commessi ai danni delle donne nell’annoso conflitto, Mukwege ha anche rischiato la vita per la sua battaglia contro la barbarie: nell’ottobre 2012, al suo domicilio di Bukavu, è scampato a un tentato omicidio e, per un breve periodo di tempo, è stato costretto a rifugiarsi in Belgio, per poi rientrare in patria a rimettersi al servizio delle congolesi.

Un pensiero di Mukwege, che riceverà fisicamente il premio il prossimo 26 novembre a Strasburgo, è andato anche a tutti gli altri difensori dei diritti umani “perseguitati e costretti a nascondersi perché difendono diritti e vita degli altri”. Ogni anno dal 1988 il presidente del Parlamento europeo e i presidenti dei gruppi politici assegnano un premio per “la libertà di pensiero” – con in dotazione 50.000 euro – a individui o organizzazioni in prima linea nella lotta ai diritti umani e alla libertà di espressione.

Il primo vincitore, nel 1989, è stato Nelson Mandela, allora in cella in Sudafrica. Quest’anno una “menzione speciale” è andata al movimento ucraino pro europeo EuroMaidan, attivo dallo scorso novembre a Kiev. (R.P.)








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