2014-10-24 12:54:00

Congo. Cresce sostegno a vescovi contro modifica Costituzione


Si moltiplicano le prese di posizioni a favore dei vescovi della Repubblica Democratica del Congo che nella loro ultima Lettera pastorale si sono dichiarati contrari ad una revisione della Costituzione che darebbe modo al presidente Joseph Kabila di concorrere per un terzo mandato presidenziale. La posizione dei vescovi ha suscitato una serie di azioni intimidatorie da parte di un gruppo di sedicenti “giovani cattolici”: dal tentativo di consegnare alla nunziatura di Kinshasa una petizione a Papa Francesco all’aggressione contro due sacerdoti “rei” di aver letto la Lettera pastorale durante la Messa.

In risposta a queste azioni intimidatorie, i giovani cattolici e non della società civile del Sud Kivu hanno lanciato la sottoscrizione di una petizione a sostegno della Conferenza episcopale. “Respingiamo le azioni di alcuni giovani egoisti manipolati, sedicenti cattolici ma che sono in gran parte partigiani di quei politici che hanno distrutto il Paese e che offuscano l’avvenire delle generazioni future con le loro politiche egocentriche” si legge nel testo della petizione, inviata all’Agenzia Fides.

Ricordando che i giovani sono il 70% della popolazione congolese, i sottoscrittori invitano le nuove generazioni ad evitare di farsi manipolare dai politici: “Siamo la punta di lancia della nazione. Per questo dobbiamo prendere coscienza della nostra responsabilità per l’avvenire democratico del Paese”. Anche i vescovi degli Stati Uniti hanno offerto il loro sostengo ai loro confratelli congolesi con una lettera inviata da mons. Richard Pates, vescovo di Des Moines e presidente della Commissione Internazionale “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale statunitense, a Russ Feingold, inviato speciale americano nella Regione dei Grandi Laghi e nel Paese. Nella lettera si critica il tentativo di Kabila di cercare di cambiare la Costituzione. “Questa manovra politica esclude l’opposizione e distrugge il pacifico processo democratico” afferma mons. Pates.








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