2014-10-30 15:43:00

Dossier immigrazione, Pittau: l'Italia è a un punto di non ritorno


"L'Italia continua ad attrarre immigrati perché, nonostante le nostre difficoltà, siamo ancora un paese ricco e il nostro reddito è superiore a quello dei paesi di emigrazione più in buona salute. Però, questo è il sesto anno di crisi, dunque è calato il livello occupazionale e i flussi in entrata per lavoro sono diminuiti ma non scomparsi". Così, Franco Pittau, presidente direttore del Centro ricerche Idos, riassume la situazione italiana commentando i dati del Dossier statistico immigrazione 2014, commissionato, per il secondo anno consecutivo, dall'Ufficio nazionale anti-discriminazioni della Presidenza del Consiglio (Unar).

"Molte volte - spiega Pittau - a livello politico e culturale si parla ancora della possibilità di chiudere le frontiere per migliorare il livello di vita degli italiani. Ma noi possiamo regolare solo, in parte, i flussi per lavoro. Quelli per ricongiugimento familiare come quelli dei profughi sono protetti da normative internazionali. Quindi bisogna essere consapevoli che l'immigrazione in Italia è giunta a un punto di non ritorno. La popolazione degli immigrati è superiore alla popolazione del Lazio o della Campania. E' una realtà importante che ci è molto utile da un punto di vista demografico e non solo".

Il presidente del Centro Idos ci tiene anche a sfatare i luoghi comuni che dipingono gli immigrati, in realtà vittime sempre più di discriminazioni, come 'privilegiati o 'oppressori'. "A livello di retribuzione hanno stipendi inferiori del 20% rispetto a quelli dei lavoratori italiani. A livello di corrispondenza tra formazione ricevuta e mansione affidata il 40% degli immigrati svolge lavori inferiori alla propria qualifica. A livello territoriale mostrano grande disponibilità a spostarsi. A livello previdenziale pagano quasi nove miliardi di contributi all'anno, ma siccome hanno un'età media molto più bassa degli italiani, riscuoteranno le loro pensioni solo tra molti anni, con una differenza che va a nostro svantaggio".

"Bisogna superare le paure e i malumori dovuti alla crisi e comprendere che gli immigrati danno all'Italia un contributo importante sul piano demografico e previdenziale", conclude Pittau. "Abbiamo immigrati da 196 paesi del mondo. Molti provengono dall'Asia, che sarà il centro economico mondiale del futuro. Dobbiamo guardare positivamente al fatto che la presenza di immigrati asiatici sul nostro territorio faciliti il nostro accesso alle ricchezze di quel continente. Spesso, infatti, gli studenti che vengono in Italia diventano poi le  élite dei lori paesi di provenienza. Ed è una ricchezza su cui dobbiamo investire". 








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