2014-10-30 14:21:00

Nuova luce in Sistina. (Paolucci): "La Cappella non è solo Michelangelo"


"Non esiste una luce oggettiva, la luce è sempre un’interpretazione. Ci avevano proposto di illuminare il Giudizio universale, facendo illuminazioni differenziate, ma per lo storico dell’arte la Cappella Sistina non è il Giudizio, nel senso che non è solo quello. E allora siamo pervenuti, grazie ad un grande lavoro sinergico con light designer e restauratori, a scenari che restituissero una luce non troppo intensa, o spettacolare. Abbiamo deciso per una luce né troppo fredda né troppo calda". Vittoria Cimino, responsabile dell’Ufficio del Conservatore per lo studio dell’ambiente di esposizione e di conservazione dei Musei Vaticani, illustra il percorso di studi durato quasi quattro anni che ha portato alla realizzazione del nuovo impianto di illuminazione a led e di climatizzazione nella Cappella Sistina. 

"E’ una luce totale e precisa allo stesso tempo, non eloquente. Non una luce che esalta certi particolari, da discoteca", così Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani. "Questa luce permette insomma di capire la Cappella nella sua interezza e ogni affresco in ogni più piccolo dettaglio. L’affresco di Botticelli, per esempio, tre murali in condizioni praticamente perfette, grande cinque volte la primavera che sta agli Uffizi, è ora illuminato in maniera eccellente, ma la gente - che pure fa la fila a Firenze - quando entra qui ha occhi solo per Michelangelo e neanche si accorge che esiste un capolavoro del genere. Ecco - chiosa il direttore - noi con questa opreazione vogliamo anche educare in un certo senso, correggere la fruizione dell'arte da parte della gente, del turista medio". 

Ma da quale constatazione di danni si è partiti per progettare il sistema di condizionamento? "Nell’estate 2010 è stato effettuata una ricognizione accurata degli affreschi - spiega la dott.ssa Cimino - nel corso della quale abbiamo notato un imbianchimento in alcune zone, soprattutto concentrate sulle fasce dei quattrocentisti. Ci siamo rimessi così a studiare la Cappella. Siamo giunti alla costruzione di un algoritmo con cui riusciamo a sapere il dato esatto, sempre in tempo reale, relativo alla compresenza delle persone in sala. E' sulla base di questo indice che l'impianto di autoregola mantenendo costante la temperatura e i parametri di CO2, evitando ristagni d'aria e prevenendo i danneggiamenti causati dai flussi vicino alle pareti che provocano correnti ascensionali rischiose per gli affreschi stessi.

Si arriverà mai ad un numero chiuso per le visite ai Musei Vaticani? "No", risponde Cimino. Si sta pensando di migliorare anche l’impianto di amplificazione? "Sì, deve essere sicuramente migliorato. La cosa era stata avviata ma poi ci siamo concentrati sugli aspetti della luce e del clima. Ci torneremo su, anche se è molto complesso intervenire, non essendoci spazi adeguati". 

Cosa avete imparato da questa impresa? "Ci ha insegnato a lavorare con un metodo. Qualunque altro progetto lo vogliamo affrontare così".








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