2014-11-03 13:45:00

Rapporto Acs: libertà religiosa in declino, cristiani i più perseguitati


E’ stato pubblicato oggi in Francia e verrà presentato domani in Italia e numerosi altri Paesi il rapporto sulla “Libertà religiosa nel mondo”, a cura dell’Associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre. Dal documento emerge chiaramente un peggioramento complessivo della condizione della libertà religiosa e in particolare dei cristiani che si confermano, purtroppo, i più perseguitati al mondo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Su 196 Paesi al mondo, in 81 la libertà religiosa è ostacolata. E’ uno dei dati più significativi e drammatici del rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre che parla di “libertà religiosa in declino”. In 20 Paesi si valuta come praticamente assente la libertà di professare la propria fede: 14 di questi sono a maggioranza musulmana. Secondo il documento, inoltre, i cristiani sono sempre la minoranza religiosa più perseguitata. Il Rapporto annota anche, con preoccupazione, la spinta in Occidente a confinare la religione “nella sfera privata”. Aumentano inoltre i casi di antisemitismo, mentre molti musulmani subiscono violenze e persecuzioni per mano di altri musulmani. Per un commento generale sul Rapporto, Antonella Palermo ha intervistato Marta Petrosillo, portavoce in Italia di Aiuto alla Chiesa che Soffre:

"Purtroppo la tendenza è negativa e purtroppo questa non è una novità dell’edizione del 2014, perché già da diversi anni si riscontra questa diminuzione della libertà religiosa - più o meno - in tutto il mondo, ovviamente in forme diverse: andiamo dalle violenze cruente antireligiose alle forti discriminazioni. Quello che riscontriamo, in generale, è proprio una diminuzione della tolleranza e del pluralismo religioso. E questo anche nel vecchio continente. I cristiani, molto spesso, si ritrovano ad essere una minoranza oppressa:  in molti dei Paesi – pensiamo solamente al Medio Oriente, in cui i cristiani vivono da secoli - sono oggi preda del fondamentalismo islamico. In Europa si riscontra un aumento degli episodi sia antisemiti che antiislamici e spesso anche in relazione – ad esempio – al conflitto isarelo-palestinese". 

La responsabilità per invertire questa tendenza inquietante – sottolinea il Rapporto – spetta innanzitutto alle comunità religiose stesse. Di qui l’appello ai leader religiosi affinché si oppongano con forza alla violenza perpetrata in nome della religione.








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