2014-11-06 14:10:00

San Francesco in mostra all'Onu di New York


Per la prima volta San Francesco d’Assisi arriva all’Onu di New York. Dal 17 al 28 novembre infatti al Palazzo di Vetro saranno esposti manoscritti e documenti originali all’interno della mostra “Frate Francesco: tracce, parole, immagini”. L’esposizione farà tappa anche al Bourough Hall di Brooklyn dal 2 dicembre al 14 gennaio, per poi approdare a Febbraio ad Assisi. Oggi la presentazione a Roma, seguita per noi da Paolo Ondarza:

“A tutti i potestà e consoli, magistrati e reggitori” dei popoli, “frate Francesco augura salute e pace”. Il poverello d’Assisi con queste parole inviava alla classe dirigente del tempo il suo messaggio di pace e fraternità, attualissimo per i nostri tempi dilaniati da divisioni e violenza. 19 manoscritti e documenti del XIII-XIV secolo, tra cui Bolle papali e il celebre Codice 338, raccolta dei primi scritti francescani, contenente il Cantico di Frate Sole, origine della letteratura italiana,  da Assisi giungono all’Onu di New York. Il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento padre Enzo Fortunato:

R. – Quello che ci preme è che i membri dell’Onu possano leggere e ascoltare la voce di Francesco. E’ come se oggi, in un momento di grandi conflitti, in un momento in cui l’ambiente è deturpato, in un momento in cui i poveri avanzano e crescono sempre di più, San Francesco possa dire di nuovo la sua parola in un consesso così significativo.

D. – E’ significativo proprio che Francesco, un Santo importante e amato in tutto il mondo, arrivi all’Onu: forse è la prima volta?

R. – Sì. E’ la prima volta che San Francesco “entra” in questo consesso, all’Onu. Ed è quasi l’anticipo della visita di Papa Francesco: gli esperti e i conoscitori delle cose vaticane ci dicono che il Papa presto parlerà all’Onu … E poi, è certamente un evento storico, di portata storica. Teniamo presente anche che gli americani sono molto sensibili alla voce di Francesco. Noi lo registriamo dagli accessi che abbiamo sul nostro sito, che sono davvero tantissimi dagli Stati Uniti: in un anno, oltre un milione e mezzo di accessi solo dagli Stati Uniti. Sono davvero tante le personalità provenienti dall’America, giunte pellegrine ad Assisi, che hanno lasciato un’affermazione alla luce dell’incontro con Francesco d’Assisi. Io penso a Bob Kennedy jr: “Il mio impegno politico e civile deriva dal messaggio di San Francesco”. O ancora: “L’umanità e la spiritualità di Francesco pervade l’intera città”, Patty Smith. “Questa basilica ha i colori della resurrezione”, Bruce Springsteen; oppure, Oprah Winfrey: “Whow, Saint Francis! …”. Ecco, sono affermazioni che ci dicono che gli americani sono davvero attratti dalla figura di Francesco …

D. – … perché Francesco continua ad esercitare il suo fascino anche ai giorni nostri, e quindi il suo messaggio di pace è valido anche per noi …

R. – Mantiene la sua attualità, direi …

L’amore degli Stati Uniti per san Francesco è testimoniato dall’ambasciatore Usa presso la Santa Sede Ken Hackett:

R. – The American public – I think – will welcome very much this exhibit. Francis …
Il pubblico Americano – io penso – darà una buona accoglienza a questa mostra. Francesco è abbastanza conosciuto negli Stati Uniti, ma con l’avvento di Papa Francesco tutta la sua storia e la sua eredità hanno ricevuto una maggiore diffusione: la gente è alla ricerca del suo significato.

D. – E’ importante l’aspetto di Francesco come uomo del dialogo tra culture, uomo di pace, in questo momento storico …

R. – Well, that of course is extremely important. The idea of a Saint for peace …
Questo certamente è molto importante. L’idea di un Santo per la pace, un Santo per la gente, un Santo per l’ambiente con tutte le preoccupazioni che nell’ambiente si concentrano, avrà un riscontro positivo nel pubblico americano, sia tra i cattolici sia tra i non cattolici …

Restaurati per l’occasione i manoscritti in mostra sul cui valore si sofferma il medievalista Franco Cardini:

 R. – Il cosiddetto “Codice 338” di Assisi è un documento a suo modo unico: è un piccolo fascicolo in una bella [calligrafia] gotica, elegante del pieno XIII secolo; ovviamente, contrariamente a quello che molti pensano, non c’è la mano di Francesco. Non sappiamo quanto, né in che misura Francesco scrivesse; del resto, bisogna dire che nel XIII secolo non sapere né leggere né scrivere non era affatto un segno di ignoranza, anzi, al contrario: i chierici sapevano leggere e scrivere, e in generale si dettava. Quando noi diciamo “un’opera scritta di Francesco”, non intendiamo dire di suo pugno: intendiamo dire che lui l’ha dettata. E ha fatto così per una quantità di regole, ammonizioni, piccole preghiere e le cosiddette “Laudi”, la più celebre della quale è il famoso “Cantico delle Creature”, contenuto nel “Codice 338”: sarà la cosa più gettonata, probabilmente, anche dagli amici statunitensi; la più bella poesia religiosa mai scritta al mondo …

D. – … ed è la prima versione, che abbiamo?

R. – E’ la prima versione di bella copia. Le brutte copie, purtroppo, non le abbiamo e quindi noi possiamo considerare quella versione del “338” la prima versione di bella copia.

La mostra sarà presentata negli Usa presso il Consolato italiano di New York giovedì 13 novembre alla presenza, tra gli altri,  di mons. Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu.








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