La libertà dei cristiani è sempre più a rischio anche in Occidente. La denuncia è contenuta nell’ultimo rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre. In pericolo sono la libertà di coscienza e di espressione, proprio nei Paesi di tradizione cristiana dove sono nate queste libertà democratiche. E' una minaccia che ancora non è percepita come tale, perché portata avanti in nome di nuovi presunti diritti: che tuttavia ne calpestano altri e finiscono per cadere nell'intolleranza. Sulla situazione nel Vecchio Continente, Giada Aquilino ha intervistato Martin Kugler, membro dell'Osservatorio sull'intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa:
R. – The challenge we face as Christians in Europe is a double one. First, …
La sfida che noi ci troviamo davanti, come cristiani
in Europa, è doppia. La prima concerne una crescente esclusione o intolleranza sociale
in molti Paesi, ovviamente in termini molto diversi, a seconda della cultura dominante
e dei media dominanti, ma comunque c’è una tendenza in questa direzione. Il secondo
problema che ci troviamo a dover affrontare sono le limitazioni a livello legale,
tra le quali la libertà di coscienza dei cristiani che operano nell’ambito della medicina,
oppure la libertà di espressione di fronte ad argomenti come il matrimonio e la famiglia
o l’educazione sessuale gestita dallo Stato. I cristiani non si trovano ad affrontare
soltanto una crescente intolleranza, ma a volte addirittura restrizioni legali.
D. – Si risente un po’ della situazione che c’è in Iraq, in Siria o in altri Paesi dove ci sono persecuzioni, anche contro i cristiani?
R. – We don’t speak about persecutions in Europe, because it is a completely …
In Europa non parliamo di persecuzione: il problema
è completamente diverso. Ma come possiamo sentire dai nostri fratelli e sorelle in
Iraq, in Iran e in Siria, c’è un collegamento tra la passività, la mancanza di consapevolezza
di quello che significhi “libertà religiosa” in Europa e i problemi che queste persone
si trovano ad affrontare nei loro Paesi. Infatti, se i politici europei avessero un
po’ più di determinazione e ponessero un po’ più di enfasi sul significato di “libertà
religiosa”, potrebbero anche essere più severi nelle loro politiche nei riguardi di
altri Paesi. Faccio un esempio. L’Unione Europea ha tenuto un incontro a livello di
ministri degli Esteri, due anni fa, per parlare dei crimini perpetrati nei confronti
dei cristiani in Egitto, che in quel momento erano veramente drammatici, tragici.
In seguito a questo incontro avrebbero dovuto pubblicare una risoluzione per stabilire
una sorta di politica estera comune dell’Unione Europea per quanto riguardava l’Egitto.
Poi, però, non hanno potuto preparare tale documento, perché è stato rifiutato di
menzionare il termine “cristiani”. Per una ragione di “politically correct”, non hanno
voluto dire che “sono stati uccisi dei cristiani” oppure “i cristiani stanno perdendo
i loro diritti”, perché volevano mantenersi su un piano di eguaglianza tra le religioni.
Qualunque persona che leggesse un simile documento, si renderebbe conto che i ministri
non si sono trovati uniti nemmeno nell’esprimere la loro preoccupazione.
D. – Come migliorare allora la situazione dei cristiani in Europa, sia a livello religioso sia a livello politico?
R. – I see two chances for Christians in Europe. One chance is to be more alert
…
Io vedo due strade per i cristiani in Europa. Una
via è quella di essere molto vigili e di informarsi più approfonditamente sulle loro
responsabilità di uomini e donne laici, senza lasciare l’incombenza soltanto alla
Chiesa. L’altra via è che i politici cristiani siano più coraggiosi, che sappiano
di avere una responsabilità unica di solidarietà con i cristiani più esposti nei Paesi
europei dove, ad esempio, i cristiani possono essere minoranza. Ci sono molti Paesi
europei nei quali i cristiani praticanti già sono una minoranza. E’ anche un segno
di solidarietà nei riguardi di cristiani in altri Paesi, nei quali sono in realtà
perseguitati. Quindi, penso che se lottiamo per la libertà religiosa in Europa, in
campo medico, etico, educativo, di diritti dei genitori, nel campo della non-discriminazione
- e là dove c'è una politica di anti-discriminazione, i cristiani iniziano a perdere
la libertà di agire nel mondo del lavoro - riusciremo a dare un segnale positivo anche
ai nostri fratelli e sorelle che affrontano problemi molto maggiori dei nostri.
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