2014-11-07 14:16:00

P. Lombardi: diffusione radio digitale migliora la nostra missione


Si è svolta a Roma la 20.ma assemblea generale del Forum mondiale sulla radio digitale, che ha riunito 120 rappresentanti della radiofonia pubblica e privata di Europa, Asia e Australia, assieme alle maggiori imprese dell’elettronica industriale, di consumo e automotive. Nel Vecchio continente, Gran Bretagna e Svizzera possono contare su una copertura pressoché completa del segnale digitale radiofonico, gli altri Paesi sono avviati a questo obiettivo. Al microfono di Luca Collodi, il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, delinea il ruolo della Radio Vaticana tra il presente e il futuro delle nuove tecnologie:

R. – Certamente, sono 83 anni in cui la nostra eredità è proprio quella di trovare le tecnologie più adatte per diffondere il nostro messaggio, per realizzare la nostra missione. La missione, come sappiamo, è quella di far conoscere il servizio del Santo Padre per la Chiesa e per l’umanità e questo avviene in tanti modi differenti. Nell’aspetto più tipicamente radio, noi siamo passati dalle tecnologie classiche delle onde corte, delle onde medie e dell’FM analogica, adesso al digitale. Il digitale trasmette sia in onde corte, sia in onde medie con la Digital Radio Mondiale, DRM, che però ha difficoltà ad affermarsi come diffusione di ricevitori, quindi è rimasta una via un po’ a mezz’aria. Invece, in diversi Paesi del mondo – in particolare nell’Europa settentrionale, ma adesso anche in Italia – il Dab, cioè la radio digitale (Digital Audio Broadcasting - ndr), nelle aree più vicine si sta affermando bene con grandi vantaggi di qualità del segnale, di basso consumo di energia e con una notevole possibilità di numero di programmi da diffondere. Quindi, anche noi siamo pienamente inseriti su questa frontiera che ci permette di far giungere i nostri programmi – per ora quelli in italiano – non solo sull’area di Roma ma anche sull’area nazionale. E poi speriamo che anche negli altri Paesi la ritrasmissione dei nostri programmi – che avviene da parte di tante radio locali, o regionali – possa passare a queste tecnologie di qualità più elevata e che quindi tutto il nostro servizio sia aggiornato, a livello di tecnologie non solo di produzione ma anche di diffusione, alla frontiera più avanzata.

D. – L’evoluzione della radio digitale è importante anche per i contenuti che la Radio Vaticana trasmette…

R. – Certamente. Io devo sempre ripetere, quando si parla delle tecnologie di trasmissione, che il problema non è solo la tecnologia di trasmissione, ma è soprattutto il “che cosa” e “perché” si parla, il “che cosa” e “perché” si comunica. Non dobbiamo mai dimenticare l’importanza del contenuto, della sostanza del messaggio e poi la tecnologia deve essere al servizio di questa, evidentemente. Non dobbiamo lasciarci prendere dalla fascinazione del progresso tecnologico come se fosse fine a se stesso. Dobbiamo conservargli il carattere di strumento per una finalità più elevata e questo, certamente, per noi che abbiamo una missione molto chiara di servizio – tramite messaggi di altissimo valore umano e spirituale – è molto chiaro.








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