Si è concluso ieri con l’udienza di Papa Francesco in Vaticano il 33.mo Convegno ecumenico dei Vescovi amici dei Focolari di otto Chiese diverse. Tema centrale dell’incontro, che si era aperto lunedì a Castelgandolfo, “L’Eucaristia, mistero di comunione”. Nel suo discorso il Papa ha ricordato che “l’unità è dono” e al tempo stesso “responsabilità grave” di fronte alla “globalizzazione dell’indifferenza”. I presuli hanno chiesto a Francesco di ricordare i loro confratelli siro-ortodossi rapiti in Siria. Il servizio di Adriana Masotti:
Trentanove i partecipanti di 29 nazioni: cattolici, ortodossi, siro-ortodossi, anglicani, metodisti, luterani e capi di altre comunità ecclesiali. L’arcivescovo di Bangkok, mons. Francis X. Kriengsak Kovithavanij, coordinatore del gruppo dei Vescovi amici dei Focolari, dice così dell’esperienza appena vissuta insieme:
"Questo incontro è particolare per l’aspetto ecumenico. Possiamo dire che è un ecumenismo a livello spirituale, a livello della vita, e poi dopo si può parlare sui vari temi proprio perché abbiamo alla base questa comunione fraterna tra vescovi. Ci sono anche problemi di persecuzione, di violenze, tanti problemi di immigrati, di rifugiati in tutto il mondo. Abbiamo ricordato anche tutto questo. E noi, di fronte a questo, faremo tutto quello che ci è possibile fare".
Della necessità della collaborazione fraterna tra le Chiese di fronte ad un mondo travagliato parla mons. Dionysius Jean Kawak, metropolita della Chiesa siro-ortodossa di Antiochia a Damasco:
"Sicuramente, noi dobbiamo essere uniti e adesso più di prima. E’ importante essere insieme, però non contro gli altri. Essere insieme per dire agli altri: noi vi vogliamo bene e dobbiamo vivere insieme, in pace, ed essere in collaborazione per costruire questo mondo che è danneggiato dal peccato. Questo è stato anche prima della crisi, però con la crisi stiamo cercando di lavorare insieme per poter rispondere ai bisogni dei nostri cittadini e dei nostri fedeli in Siria. Perché ci sono tanti poveri, tanti che hanno bisogno di un aiuto urgente. Da soli, come Chiese divise, non possiamo rispondere velocemente a questa urgenza. E’ importante anche fare accenno al caso dei due vescovi rapiti. Anche il Papa ne ha parlato. Da 18 mesi non sappiamo niente e nessuno sta reagendo per liberare questi due vescovi. Allora, anche tramite la Radio Vaticana, è importante parlarne e chiedere che tutti quelli che hanno buona volontà di lavorare seriamente per il loro immediato rilascio".
Mons. Theophilose Kuriakose è invece il metropolita della chiesa Siro-ortodossa di Antiochia per l'Europa, proveniene dal Kerala, India:
"It was very profound moment for all of us....
È stato un momento molto profondo per tutti noi
incontrare Sua Santità Papa Francesco: la sua semplicità e il suo amore sono stati
evidenti nelle parole e nei gesti. Io credo fermamente che attraverso questo Papa
noi riguadagniamo la perduta faccia della cristianità, lui è un bell’esempio per tutti
noi. Lui ha sempre espresso la sua profonda attenzione per coloro che soffrono, per
coloro che sono perseguitati, per i fratelli e le sorelle del Medio Oriente. Dunque,
io ringrazio Sua Santità per il suo amore e la sua solidarietà con noi e noi tutti
preghiamo per Papa Francesco che guidi non solo la Chiesa cattolica, ma l’intera cristianità
con una rinnovata testimonianza".
Visibile la soddisfazione sul volto del vescovo anglicano di Limerick in Irlanda, Trevor Williams:
"This week has been really a wonderful
week...
Questa settimana è stata una splendida settimana
per me, per ciò che è stato l’incontro. Così tanti vescovi, provenienti da diversi
Paesi e che normalmente non ho occasione di incontrare: vescovi ortodossi, vescovi
riformisti, vescovi cattolici. E’ stata una splendida esperienza per crescere insieme,
come famiglia. E adesso posso veramente definire queste persone 'fratelli' per questo
senso di appartenenza, per avere un obiettivo comune, che è seguire Gesù Cristo in
così tante differenti situazioni. Per me questo è stato reso possibile grazie all’impegno
del Movimento dei Focolari, che abbiamo incontrato nel Centro internazionale di Castel
Gandolfo. Ci hanno accolto nella loro comunità, che si impegna nell’unità e nell’amore
gli uni per gli altri. C’è sicuramente un lavoro importante da fare relativo alle
differenze tra le Chiese, le teologie e come si guarda il mondo, i diritti… Ma siamo
uno in Gesù Cristo! Abbiamo parlato riguardo alle differenze, abbiamo parlato e ci
siamo confrontati per cercare di comprenderci meglio. Ma probabilmente il contributo
maggiore è stato l’impegno a lavorare per l’unità della Chiesa. Io sono molto fortunato,
perché sono arrivato insieme al mio fratello cattolico vescovo di Limerick… Quando
è stato ordinato vescovo, mi ha invitato ad unirmi a lui nello spirito dei suoi predecessori,
mi ha presentato il suo staff pastorale… E’ stato un bel momento per me, è forse il
momento migliore del mio essere vescovo: il fatto che questo vescovo cattolico mi
abbia invitato a partecipare alla sua ordinazione, in questo modo. Io credo che quando
c’è un desiderio come questo, così forte, di voler affermare cosa abbiamo in comune
nel nostro servizio a Gesù Cristo, io credo si possa trovare la strada per far crescere
le nostre Chiese insieme".
Questo il commento del vescovo Williams all'incontro con Papa Francesco:
"I suppose having grown together and understanding
one another…
Penso che essere cresciuti insieme, esserci compresi
a vicenda e sentirci parte delle stessa famiglia di Gesù Cristo nel mondo e incontrare
Papa Francesco sia stato il momento culmine di questa settimana. Fin dall’inizio,
sono stato impressionato da ciò che diceva, dal suo desiderio concreto di incontrare
le persone lì dove si trovano, dalla sua compassione per le persone e dalla sua volontà
di mostrare personalmente alla gente l’amore di Dio. Per me è stata un’esperienza
meravigliosa, soprattutto a livello personale: incontrarlo, vedere con quanta attenzione
ascolta le persone e quanto sia possibile avvicinarsi a lui nonostante sia il Papa.
É un meraviglioso leader cristiano nel nostro mondo. Mi ha chiesto di pregare per
lui: gli ho risposto che lo farò ogni giorno".
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