2014-11-09 12:37:00

Centrafrica, pace ancora lontana. P. Trinchero: è emergenza profughi


La guerra civile continua a piegare la popolazione della Repubblica Centrafricana. Dopo l’embargo sui diamanti, principale fonte di finanziamento per l’acquisto delle armi, nel 2013 l’Onu ha dato inizio a una missione di pace lo scorso 15 settembre. Ciò nonostante, come verificato sul campo da Amnesty International, nelle ultime settimane decine di civili, bambini compresi, sono stati uccisi e migliaia sono stati costretti a lasciare le loro case. Anche la capitale Bangui è stata colpita. I caschi blu della Minusca, migliaia in meno di quanto previsto inizialmente, non hanno infatti impedito le violenze. Anche secondo un rapporto appena stilato dalle Nazioni Unite, i nodi della crisi restano irrisolti. Corinna Spirito ha intervistato padre Federico Trinchero, missionario carmelitano in Centrafrica:

R. - Dopo il colpo di Stato del marzo del 2013, la situazione è ancora piuttosto precaria in tutta la Repubblica Centrafricana. Dal 15 settembre scorso, è iniziata la missione di pace dell’Onu e la situazione è un po’ più sotto controllo, ma ci sono ancora delle tensioni sia nella capitale, che in altre zone del Paese, soprattutto nella parte centrale e nelle città di Bambari, Becoa, Batangafo… La situazione è sicuramente meno drammatica e meno tesa rispetto a mesi fa, ma non è ancora risolta. Ci sono spesso anche episodi di delinquenza, di banditismo e di questo ne è anche prova il rapimento che c’è stato di un sacerdote polacco nella zona nordoccidentale del Paese, padre Matthew, che si trova ancora - ormai da quasi un mese - ostaggio con altre 22 persone. E’ ancora molto forte il problema dei profughi: ci sono intere famiglie che vivono ancora nelle tende… Sono ancora migliaia che vivono in condizioni estreme! Purtroppo, anche la scuola è cominciata un po’ a fatica in alcune zone, in alcuni istituti non è stata ancora aperta. Questo comporta che vi siano veramente migliaia di giovani, dalla scuola materna fino all’università, che sono allo sbando perché la scuola o non funziona o funziona male e a singhiozzo.

D. - Quanto peso ha avuto, in questo senso, l’intervento dell’Onu? Dopo l’embargo sulla vendita dei diamanti è diminuito il numero di armi?

R. - Di armi ne circolano ancora tante! Non lo vedo, ma le sentiamo… Sono state condotte, alcune settimane fa, delle operazioni di disarmo in alcuni quartieri della capitale: ne sono state recuperate alcune, ma probabilmente ce ne sono ancora tante. L’Onu mi pare che non sia ancora del tutto operativa... Ovviamente, la loro presenza garantisce almeno che la situazione non degeneri, però non ci facciamo illusioni su un ritorno alla situazione precedente in breve tempo. Il Paese è veramente distrutto e non soltanto materialmente, ma anche proprio moralmente: come speranze, come fiducia nel futuro… Speriamo veramente che al più presto si possa arrivare alla pace. Chiediamo proprio che la comunità internazionale - che sappiamo essere concentrata in tante situazioni calde nel pianeta - non dimentichi il Centrafrica.








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