2014-11-10 13:44:00

Patriarca Rai ai politici libanesi: "Tradite la Costituzione"


Il patriarca di Antiochia dei maroniti, il card. Bechara Boutros Rai, ha lanciato un nuovo, perentorio j'accuse contro i politici libanesi, accusandoli di aver tradito la Costituzione e di puntare al vuoto di potere e alla paralisi delle istituzioni statali per servire meschini interessi personali. L'atto di accusa è stato pronunciato oggi dal patriarca, in apertura dell'ottava Assemblea del Consiglio dei patriarchi e dei vescovi cattolici in Libano. Il primate della Chiesa maronita, appena rientrato in patria da una visita pastorale in Australia, ha riferito che anche le comunità libanesi in diaspora provano dolore e sofferenza per lo stato di decadenza raggiunto dal Paese a causa della dissennatezza della classe dirigente.

In Libano la carica di Presidente della Repubblica, riservata per legge a un cristiano maronita, è vacante da più di cinque mesi perchè i blocchi politici dominanti nel Paese non riescono a trovare un consenso sui possibili candidati, dopo che lo scorso 25 maggio è scaduto il mandato dell'ex Capo di Stato Michel Sleiman.

La scorsa settimana, il Parlamento ha decretato l'estensione del proprio mandato per più di due anni e mezzo, facendo appello alla paralisi istituzionale sperimentata in merito all'elezione del Presidente e allo stato emergenziale di insicurezza che segna il Paese dei Cedri, sempre a rischio di essere risucchiato nei conflitti che stanno dilaniando l'area mediorientale.

Le forze politiche da tempo non trovano accordo neanche sulla legge elettorale che dovrebbe consentire il voto e la creazione di una nuova assemblea parlamentare. Il prolungamento del mandato parlamentare cristallizza la situazione di blocco, certifica la sospensione di fatto dell'esercizio democratico e, a giudizio del patriarca Rai, rappresenta una violazione “a sangue freddo" della Costituzione.

Come riportano fonti locali consultate dall'agenzia Fides, il card. Rai ha anche riferito che la Chiesa “raddoppierà gli sforzi” per sostenere le famiglie libanesi in questo momento difficile, invitando la società civile a mettere in atto dinamiche solidali senza far troppo conto sulle istituzioni statali, ormai latitanti. (R.P.)








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