2014-11-11 14:12:00

Egitto. Elezioni entro il 2015. Non cessa minaccia fondamentalista


Le elezioni politiche in Egitto si terranno entro il 2015. Lo ha annunciato  il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi. Grandi assenti i Fratelli musulmani, messi al bando. In questo scenario non diminuisce la minaccia fondamentalista: i jihadisti di Ansar Beit al-Maqdis, legati precedentemente ad al-Qaeda, hanno  giurato fedeltà allo Stato Islamico. Sulle prospettive in vista del voto Paolo Ondarza ha intervistato Valentina Colombo, ricercatrice di Storia dei Paesi islamici all’Università Europea di Roma:

R. – Sin dalla cosiddetta “Primavera araba”, tutte le elezioni che sono avvenute hanno visto come vincente non tanto un partito, quanto l’astensionismo. Quindi, parlare di un Egitto “pronto” a ritornare alle urne, questa forse è un’espressione forse troppo grande, troppo importante per un Paese come l’Egitto che deve ancora imparare l’uso della democrazia. Certamente, gli egiziani – non tutti – andranno a votare; questa volta i grandi assenti, perlomeno sulla carta, e questo lo scopriremo nei prossimi mesi, saranno certamente i Fratelli musulmani, messi al bando.

D. – Come si comporteranno gli elettori dei Fratelli musulmani?

R. – Qui bisogna vedere quali saranno gli ordini impartiti dall’alto. La maggior parte dei leader dei Fratelli musulmani sono in prigione o comunque sono fuori dal Paese. Questo non significa però che i Fratelli musulmani non agiscano: il loro web-site, il loro sito, è aggiornato, ogni settimana viene pubblicata la lettera della settimana … Quindi bisognerà capire quale ordine impartiranno: se chiederanno il boicottaggio, se impartiranno l’ordine di ribellione … Una cosa è certa: i Fratelli musulmani non staranno a guardare, tenendo presente che il movimento dei Fratelli musulmani è un movimento che parte dal basso e vede, a livello territoriale, di radicamento territoriale, ancora molte persone che fanno riferimento a loro …

D. – Certo è che la defenestrazione di Morsi, dei Fratelli musulmani, non ha arrestato atteggiamenti fondamentalisti: proprio ieri, il principale gruppo jihadista Ansar Beit al-Maqdis ha giurato fedeltà allo Stato islamico …

R. – Teniamo presente che l’aspirazione al califfato, sin dal 1924, quando l’istituzione califfale era stata abolita da Ata Türk, è il sogno ideale di tutti i movimenti legati all’estremismo islamico: Fratelli musulmani, Ansar Beit al-Maqdis, Stato Islamico e tutto il mondo dell’estremismo islamico ha un fine ultimo che è il califfato. Il califfato  per Abu Bakhr al-Baghdadi è il califfo autoproclamato; il califfato per i Fratelli musulmani è semplicemente il raggiungimento del potere … Quindi, questo sogno è presente in tutti loro: hanno semplicemente modalità diverse per raggiungere il fine. Teniamo anche presente che Ansar Beit al-Maqdis in Egitto ha svolto la funzione un po’ del braccio armato anche dei Fratelli musulmani.

D. – Quale futuro si prospetta per l’Egitto?

R. – L’Egitto, in questo momento, con al-Sisi, ha recuperato sicurezza a livello interno; l’Egitto, in questo momento, è “protetto” dall’Arabia Saudita, in parte da alcuni Stati occidentali. Quindi è un Paese che sta cercando di riaffiorare da una crisi profondissima con uno scopo ben preciso: quello di riaffermare la sicurezza interna e quindi di far ripartire la più grande e principale fonte di introiti del Paese, il turismo. Se riuscirà a fare questo, l’Egitto forse potrà guardare avanti.








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