2014-11-12 13:22:00

La Sonda "Philae" verso il primo "accometaggio" della storia


Per la prima volta nella storia dei voli spaziali, una sonda costruita dall’uomo potrebbe posarsi su una cometa (67P/Churyumov Gerasimenko), un evento storico paragonabile al primo allunaggio. Dopo un viaggio lungo dieci anni, infatti, la sonda madre "Rosetta" ha sganciato la piccola "Philae", che tra le 16.30-17.00, ora italiana, dovrebbe toccare la superficie del corpo celeste che dista 500 milioni di chilometri dalla Terra. Sono ore di apprensione per alcuni problemi tecnici che si sono verificati. Sull’impresa Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di padre José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana:

R.  – Per anni hanno sognato, lavorato, progettato di potere vedere questo atterraggio, anche se la parola “atterraggio” non è quella giusta. Un esperimento per capire un po’ di più come si è formato tutto il Sistema solare, come si formano, che cosa sono le comete. E’ un evento molto importante, anche perché è il risultato di un lavoro fatto da un team e credo che anche questo sia da sottolineare.

D.  – La cometa ci porta anche ai Magi condotti da Gesù. Alcuni dicono la scienza spiega tutto ed è contro la fede, in realtà non è così...

R.  – Scienza e fede non sono in contraddizione ma sono complementari. Abbiamo bisogno sia di un approccio scientifico che dell’approccio che proviene dalla luce della fede. La scienza senza la fede, senza la religione, diventa fondamentalista e la religione senza la scienza, anch’essa diventa fondamentalista.

D.  – Padre Funes, un’esplorazione che ci consente di vedere quale genialità c’è dietro la Creazione…

R. – Noi siamo parte dell’universo. Dobbiamo pensare che gli atomi dei nostri corpi una volta sono stati all’interno delle stelle, poi, queste stelle sono esplose, si sono formate altre stelle e così via: il nostro sole, i pianeti, così che noi siamo parte del nostro universo. Come diceva Carl Sagan, questo famoso astronomo agnostico: “Noi siamo polvere di stelle”. Io direi che noi, sì, siamo polvere di stelle ma con questo soffio divino, siamo creature di Dio. Certamente, nella ricerca si vede tanta bellezza che ci riporta alla bellezza del Creatore. Poi, la natura ha le sue leggi e noi cerchiamo di capirle con curiosità: anche questo motiva la scienza, ma anche questa nostra capacità di comprendere meglio l’universo ci ricorda che siamo degli esseri spirituali, intelligenti. Abbiamo noi stessi l’impronta del Creatore.

D. – Quindi, l’augurio è continuare a osservare queste meraviglie per capirle sempre di più…

R. – Speriamo di sì e speriamo che tanti giovani e bambini siano ispirati da queste imprese scientifiche.








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