2014-11-13 14:49:00

Accordo parziale tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale


Premio di maggioranza oltre il tetto del 40% dei voti e approvazione della nuova legge elettorale entro dicembre. Sono alcuni punti fermi dell’accordo raggiunto ieri tra il premier, Matteo Renzi, e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi sulla legge elettorale. Ancora da sciogliere, invece, il nodo della soglia di sbarramento. Su questa rinnovata intesa Amedeo Lomonaco ha raccolto il commento del prof Paolo Feltrin, docente di Scienze Politiche all'Università di Trieste:

R. – L’unica cosa importante, uscita fino adesso, dell’incontro di ieri è che non c’è una rottura, ma c’è l’intenzione di proseguire. Ora, quando una forza come il Pd, rappresentata da Renzi, e una rappresentata da Berlusconi decidono di andare avanti, hanno numeri parlamentari più che sufficienti. I numeri reggono anche la prova delle opposizioni interne.

D. – Dopo questo rinnovato accordo, la strada delle riforme è più agevole o queste forme di opposizione interna, sia all’interno del Pd sia all’interno di Forza Italia, possono far sorgere nuovi ostacoli?

R. – Siccome è stata messa troppa carne al fuoco per quanto riguarda le riforme, bisogna selezionare esattamente che cosa si vuol fare e in quali tempi. Sotto questo profilo, rimane aperto il problema innanzitutto delle riforme costituzionali, che al momento sono ferme, bloccate. L’unica cosa chiara è che Berlusconi e Renzi rilanciano una strategia cooperativa. I termini concreti di questa strategia cooperativa sono poco chiari finché non si hanno testi legislativi su cui ragionare. Vengono sanciti alcuni principi generali, ma che vogliono dir poco se non si vedono i dettagli applicativi. Le leggi elettorali sono fatte solo di dettagli.

D. – Nel comunicato congiunto si sottolinea, comunque, anche che c’è un’intesa di massima sulla prosecuzione della legislatura fino alla scadenza naturale, quindi fino al 2018…

R. – Fino a che l’accordo regge è ovvio che la legislatura vada avanti. E’ quando l’accordo non regge che ci devono essere le regole per poter andare a votare.








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