2014-11-15 14:14:00

Uruguay. Vescovi: ideologia gender a scuola calpesta diritti dei genitori


La Conferenza episcopale dell’Uruguay ha pubblicato una dichiarazione dal titolo “No alla discriminazione, sì al rispetto” in risposta a due testi del ministero dello Sviluppo sociale locale in materia di orientamento sessuale che, secondo i vescovi, “pretendono di imporre l’ideologia di genere”. Si tratta di una guida all’“Educazione e alla diversità sessuale” e del documento “Trasforma 2014” che invita i docenti omosessuali a uscire allo scoperto per “offrire agli studenti modelli d’identificazione alternativi”. La dichiarazione dell’episcopato ribadisce il diritto di ogni persona di non essere discriminata per motivi di razza, sesso o religione, ma avverte che questa giusta aspirazione “non può essere utilizzata per imporre l’ideologia di genere da parte di chi non tollera altre concezioni della sessualità o della famiglia, in particolare, la visione ebraico-cristiana di cui siamo gli eredi”.

I vescovi affermano, inoltre, che nonostante il Ministero dichiari che tali testi hanno come obiettivo quello di “smontare stereotipi’, in realtà impongono una concezione del corpo umano, della persona, del matrimonio, della famiglia e della morale in totale contrasto con quanto sostengono sia il cristianesimo sia le altre religioni e filosofie. Secondo i vescovi ciò calpesta il diritto fondamentale dei genitori di scegliere l’educazione dei propri figli come sancito dalla Costituzione, secondo la quale “lo Stato laico non deve promuovere alcuna concezione filosofica della persona o della sessualità, e ancor meno, un’ideologia che, giustificandosi con la non discriminazione, pretende precludere l’educazione ai valori cristiani”.

I presuli ricordano che i culti religiosi sono liberi in Uruguay e pertanto le istituzioni cattoliche continueranno a insegnare liberamente il prezioso patrimonio della dottrina della Chiesa, della quale il rispetto di tutte le persone senza alcuna discriminazione è parte essenziale. “Infine alziamo la nostra voce anche in nome delle famiglie cattoliche che mandano i propri figli alle scuole statali – conclude la nota - i genitori hanno il diritto e il dovere di opporsi a quello che considerano un abuso nell’educazione dei figli, che invece di essere formati alla non discriminazione delle persone, soffriranno la violenza di un’educazione sessuale ideologizzata”. (A cura di Alina Tufani)








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