2014-11-16 14:43:00

Vescovi peruviani: appello contro depenalizzazione aborto


La Conferenza episcopale del Perù ha pubblicato un comunicato contro la proposta di legge, attualmente in discussione al Congresso, a favore della depenalizzazione dell’aborto in casi di violenza sessuale. Nel documento dal titolo “Salviamo tutti”, i vescovi esprimono con forza la difesa del diritto a nascere del concepito, anche se frutto di una violenza.

Nel documento l’episcopato ricorda che il catechismo della Chiesa cattolica condanna con forza la violenza sessuale, ma sottolinea tuttavia che non si ripara ad una violenza con un’altra violenza: siamo di fronte ad nuovo essere umano, frutto innocente di un atto violento, che però ha diritto alla vita: “Non è il bambino innocente che si deve punire con la morte, ma processare e punire il violentatore con tutta la severità della legge”. Inoltre, i vescovi affermano che procurare l’aborto alla donna che è stata violentata è provocarle un doppio trauma fisico, psicologico e spirituale: la violenza e l’aborto.

Per questo, i vescovi peruviani ribadiscono che un cambiamento legislativo di questa portata è una violazione dei diritti umani e va contro i principi del diritto alla vita sancito dalla Costituzione. In secondo luogo, per i vescovi, legalizzare l’aborto potrebbe aprire le porte a manipolazioni giuridiche per cui anche un rapporto consensuale potrebbe essere presentato come contrario alla volontà della donna e procedere sulla strada dell’aborto.

Infine, la Conferenza episcopale peruviana esorta il Congresso a invitare la Chiesa e altre associazione pro-vita ad esporre le proprie posizioni sul tema come è stato fatto nei giorni scorsi per i rappresentati di organismi abortisti che hanno esposto i loro argomenti a favore della legge. Per i vescovi “depenalizzare l’aborto per violenza sessuale non è altro che un ulteriore passo verso la legalizzazione dell’aborto senza limiti, un cammino doloroso già iniziato con l’approvazione, lo scorso giugno, del protocollo sull’aborto ‘terapeutico’, di cui la Chiesa chiede la sospensione perché immorale, incostituzionale e illegale”. (A cura di Alina Tufani)








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