2014-11-18 16:15:00

Burkina Faso, col presidente Kafando parte il dopo-Compaoré


I leader politici e militari del Burkina Faso hanno designato Michel Kafando come presidente “ad interim”. L’ex ministro degli Esteri guiderà il Paese per un anno, fino alle prossime elezioni. Su questo possibile momento di svolta nella storia del Burkina Faso, Corinna Spirito ha chiesto un commento alla prof.ssa Anna Bono, docente di Storia e istituzioni dell’Africa all’Università di Torino:

R. – Le ultime notizie dal Burkina Faso segnano una svolta molto positiva e che sembra sia stata ottenuta in tempi rapidi e in un clima di buona volontà da  parte di tutte le parti in causa – se non altro un evento abbastanza inconsueto in Africa, che fa ben pensare. E altrettanto positivo è il modo in cui si sono mosse le organizzazioni internazionali sia africane che non, che non hanno fatto pressione sui golpisti, e dall’altro hanno proposto soluzioni in termini di transizione evidentemente accettabili.

D. – Questo governo di transizione ha le carte per cambiare la vita del popolo del Burkina Faso?

R. – E’ presto per dirlo. Questo presidente resterà in carica soltanto un anno. Dopodiché si andrà a delle elezioni, si spera, democratiche e sarà solo allora che il futuro del Paese si delineerà in modo netto, e si spera positivo. Sono stati 27 anni di mal governo che si sono tradotti in povertà, in promesse mai mantenute, in livelli di degrado elevatissimi. Il Burkina Faso è 181.mo nell’Indice di sviluppo umano su 187 Paesi considerati. C’è una popolazione giovanile senza speranza, disperata, senza prospettive di lavoro, di un futuro sicuro.

D.  – E’ possibile che questo punto di svolta per il Burkina Faso influenzi anche altri Stati vicini?

R. – Il modo in cui questo passaggio di poteri è avvenuto e l’esilio del presidente Compaoré, messo in fuga, sì, da un colpo di Stato, ma prima di tutto dalla reazione di una popolazione esasperata dal comportamento di un presidente che dopo 27 anni al potere tentava con una modifica costituzionale di ottenere la possibilità di ricoprire ancora una volta un mandato presidenziale. La sua caduta dovrebbe essere un monito per altri presidenti che stanno tentando la stessa via.

D. – Come è stata accolta la nomina di Michel Kafando?

R. – Questo presidente non accontenta tutti, anzi scontenta molti, perché in sostanza pur essendo un civile, è il presidente voluto dall’esercito. E non soltanto: è un ex-diplomatico che per 13 anni è stato il portavoce del Burkina Faso alle Nazioni Unite, quindi ha un legame col regime precedente indiscutibile. Una delle condizioni che sono state poste e che sono state accettate è la seguente: tutte le persone militari e civili coinvolte nel colpo di Stato e nella successiva transizione, quindi anche il presidente appena nominato, non potranno partecipare alle elezioni presidenziali che dovrebbero svolgersi tra un anno.








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