2014-11-20 12:24:00

Le religioni: complementarietà uomo-donna è dato naturale non dogma


Il matrimonio tra uomo e donna è il fondamento della società. Chi siamo noi per alterarlo? Con questa provocazione si è chiuso ieri pomeriggio in Vaticano il Colloquio Interreligioso Internazionale “Humanum. La Complementarietà tra uomo e donna” promosso da quattro dicasteri della Santa Sede e aperto lunedì dal Papa.  “I bambini – ha detto il Pontefice – hanno diritto a crescere in una famiglia con un papà e una mamma. La crisi della famiglia ha dato origine a una crisi di ecologia umana”. Il servizio di Paolo Ondarza:

Non una unione casuale, non un accordo commerciale, non una stretta di mano, ma un fondamento che precede la società, voluto da Dio. Un uomo e una donna si uniscono  insieme e generano vita. Quel bambino un giorno sarà padre e porterà in sé i segni delle generazioni che lo hanno preceduto. Il matrimonio in terra ci lega attraverso i secoli, attraverso le famiglie, la differenza enorme e meravigliosa dell’uomo e della donna, nella carne. Chi siamo noi per alterare tutto questo? Si chiedono le 14 religioni partecipanti ad Humanum. Tocca a noi incoraggiare questo fondamento dell’umanità: “Il matrimonio è in crisi in Occidente, specialmente negli Usa”, spiega Jaqueline Cooke Rivers, direttore dell’istituto Seymour per la Chiesa Nera all’Università di Harvard. “Il matrimonio – prosegue - sta subendo una ridefinizione. Se dobbiamo ammettere di non aver denunciato abbastanza in passato l’ingiusta discriminazione subita delle persone gay, va ribadito che il matrimonio è tra un uomo e una donna. Inoltre a differenza di quanto sostiene la comunità Lgbt, l’esperienza delle persone omosessuali non è equiparabile alla lotta per i diritti civili delle persone di colore che hanno vissuto la schiavitù, le leggi razziali, il linciaggio”. “Per l’Ebraismo  - spiega Daniel Mark della commissione per la libertà religiosa  presso il governo Usa – la famiglia è il centro di tutta la vita. Attraverso la famiglia si è tramandata la tradizione giudaica di generazione in generazione”. “Secondo l’Induismo - dichiara Kala Achariya direttrice dell’Istituto Somaiya Bharatiya Peetham a Mumbai - l’uomo e la donna sono fatti l’uno per l’altra. Un uomo è incompleto senza una donna. Solo quando si uniscono si perfezionano. Necessario trasmettere la sacralità del matrimonio ai giovani”. Manmohan Singh evidenzia la centralità della complementarietà uomo-donna per la tradizione Sikh: “tutti siamo abbiamo origine da un uomo e da una donna, dobbiamo conoscere il nostro passato per capire dove andiamo”. La famiglia è fondamentale anche per il buddhismo spiega il lama buddhista Gedun Tharcin: “se manca la pace in una famiglia, la pace mancherà anche nel mondo”. “Uomo e donna, non uguali, ma  complementari e con pari dignità”, dice  Wael Farouq presidente del Centro Tawasul per il dialogo tra le civiltà: “dobbiamo difendere di più i diritti delle donne. Questa è la nostra sfida nel mondo islamico”.

Presente ai lavori Luca Volontè, già presidente del Partito Popolare Europeo e presidente della Fondazione Novae Terrae. A lui Paolo Ondarza ha chiesto un bilancio del Colloquio Internazionale Interreligioso Humanum sulla complementarietà tra uomo e donna:

R. – La complementarietà, cioè l’armonia tra l’uomo e la donna come unione tra due persone diverse ma complementari. è alla base ed è riconosciuto da tutte le religioni del mondo. Come è già stato detto in molti interventi è un archetipo che accomuna tutta la razza umana. Da qui si può ripartire con ancora più entusiasmo per rilanciare quanto sia positivo il matrimonio, quanto sia positivo l’essere uomo e donna che insieme sono una grande armonia che è capace di dare la vita.

D. - Colpisce proprio quanto sottolineato, ovvero che la complementarietà uomo donna, non è tanto un dogma religioso, è un dato di natura riconosciuto da tutte le religioni, un contributo valido se pensiamo al dibattito politico contemporaneo su questi temi …

R. – Assolutamente. È un dato di fatto, un dato di natura, un’evidenza naturale - si direbbe con altre parole -, che pervade ed è riconosciuto da tutte le religioni. Ed è per questo che nella premessa della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo è stato riconosciuto questo particolare speciale riconoscimento nei confronti del diritto naturale - e in questo senso anche della persona e della famiglia - come un riconoscimento che non può essere toccato, nel senso che appartiene a quell’aspetto dell’evidenza umana che nessuna legge, nessun diritto positivo può cercare o tentare di cancellare.

D. – Non a caso la famiglia è riconosciuta come pilastro proprio nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Nel tempo, però, il concetto di diritto si è andato un po’ annacquando …

R. – Si, da un punto di vista giuridico culturale e nazionale bisogna capire, - come dicevano benissimo sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI alla sua visita al parlamento al Bundestang qualche anno fa, -  che come diritto positivo deve porsi un limite: su alcune cose non si può decidere a maggioranza soprattutto  temporanea – come ci dice la tradizione americana della democrazia - : non può decidere di violare ciò che la natura rende evidente. Questo è un dato a cui bisogna tornare se si vuole andare avanti, come hanno detto giustamente sia il cardinale Müller, che il vescovo Chaput. É fondamentale quando si vuole evitare di cadere nel burrone, fare un passo indietro non per tornare indietro, ma per potersi salvare, poter proseguire nella propria strada. Ciò che sta a cuore a noi cattolici, a tutta l’umanità, a tutte le religioni è non solo riconoscere l’armonia tra l’uomo e la donna, ma anche ridire al mondo, rifar scoprire al mondo quanto questa armonia sia feconda non solo per i figli ma anche per la società e il benessere nazionale di tutti.

D. - Leggiamo sui giornali notizie di come la famiglia venga indebolita attraverso ideologie – potremmo dire – che propongono altri modelli, e lo fanno negli ambiti più vari: dalla scuola, all’informazione … Che risposta si può dare a livello di società civile a tutto questo?

R. - Tornare a quello che oggi ci ha detto il Papa,  che poi è stato l’origine delle grandi manifestazioni popolari in tutto il mondo, dalla Spagna contro la Legge Zapatero, alla Manif pour tous in Francia, alla Croazia … Che cosa ci ha detto? Che è un diritto per i figli, per tutti i bambini, avere un papà ed una mamma. Riportare questo punto in evidenza è fondamentale per risvegliare quell’evidenza che tutti vivono nella loro vita, nella loro famiglia e che la cultura, il main streaming, le televisioni, e alcuni politici vogliono cambiare come se volessero fare grandi esperimenti di ingegneria sociale che purtroppo – dovremmo ricordarci tutti – sono già stati fatti in passato - e non in un passato lontano, ma recente - sia nell’Europa dell’Est, sia nella nostra e hanno prodotto milioni di morti. Allora, ricordarsi del passato non è un di meno; è invece un’occasione per noi per riscoprire con ragioni nuove la bellezza del presente.








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