2014-11-20 12:54:00

Patriarca Sako ai leader islamici: troppo silenzio sulle barbarie dell'Is


 A differenza “dei nazisti e di altre ideologie mortali del XX secolo”, i jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is) compiono i loro crimini barbari “in nome dell'Islam”. Per questo “appare abbastanza scioccante la latitanza della comunità islamica ufficiale che ha denunciato questi atti solo con dichiarazioni timide e deboli”, mostrando l'assenza di una leadership in grado di “far crescere la consapevolezza del popolo riguardo all'incombente pericolo portato dallo Stato Islamico che agisce in nome della religione”.

Con queste parole dirette e determinate il patriarca di Babilonia del caldei Louis Raphael I richiama le guide della comunità islamica a assumersi le proprie responsabilità nel contrastare l'estremismo oscurantista di marca islamista, che rappresenta certo un pericolo mortale per i cristiani del Medio Oriente ma che il patriarca caldeo giudica “non meno pericoloso” per gli stessi islamici.

L'accorato appello di Sua Beatitudine Louis Raphael I è contenuto nella Lettera aperta “ai fratelli e alle sorelle musulmani di tutto il mondo” che il patriarca ha diffuso in occasione della sua partecipazione all'ultima conferenza internazionale organizzata dal Centro saudita Re Abdullah bin Abdulaziz per il dialogo interreligioso e interculturale (Kaiicid). Il summit interreligioso di due giorni, che si è concluso ieri a Vienna, ha visto la partecipazione di 200 personalità musulmane e cristiane chiamate a riflettere e confrontarsi sul tema della comune battaglia contro la violenza in nome della religione.

Nella lettera, pervenuta all'agenzia Fides, il primate della Chiesa caldea si dice “scioccato” da quelli che “hanno sminuito il grave pericolo rappresentato dallo Stato Islamico” e richiama tutti i fratelli e le sorelle musulmani a un “netto cambiamento, perchè “è vostra la responsabilità di trovare una risposta, che deve venire da voi e non da una forza esterna”.

Tra i crimini commessi dai jihadisti in azione in Iraq e Siria, il patriarca ricorda anche “la violazione della santità di chiese e monasteri” o la loro conversione in moschee, e il rapimento di donne vendute al mercato come schiave. Sua Beatitudine ribadisce che in Medio Oriente i cristiani rappresentano una presenza autoctona, e invita gli studiosi di questioni religiose a “confutare gli argomenti usati dall'Is” ricorrendo anche alla giurisprudenza per denunciare le loro pratiche atroci e marchiare il loro pensiero come un “flagello dell'umanità”.  (R.P.)








All the contents on this site are copyrighted ©.