2014-11-20 14:24:00

Premio Balzan all'associazione francese "Vivre en Famille"


Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale la cerimonia di consegna dei Premi Balzan 2014, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Premio Balzan per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli è stato assegnato all’associazione francese “Vivre en Famille” per la realizzazione di un reparto di maternità e la riattivazione di una scuola nella Repubblica Democratica del Congo. Adélaïde Patrignani ha intervistato Edith e Maurice Labaisse, di “Vivre en Famille”:

R. - On est vraiment trés honorés…
Siamo veramente molto onorati di ricevere questo riconoscimento e di portare un grande aiuto all’associazione per le sue azioni umanitarie. Per noi si tratta anche del riconoscimento di questi 20 anni in cui abbiamo cercato di portare aiuti ai bambini più svantaggiati, disabili, orfani e che vivono in estrema miseria in Africa.

D. - In che modo questo Premio aiuterà i vostri progetti?

R. – Ce prix est d’abord trés généreux… 
Questo premio è molto generoso, un milione di franchi svizzeri … Abbiamo già fatto la lista di un gran numero di opere in questi Paesi africani che oggi soffrono molto. Abbiamo cominciato con la costruzione di un reparto di maternità nella foresta equatoriale del Congo, nella provincia orientale, dove le donne partoriscono: ci sono 60 parti al mese in condizioni inaccettabili. I letti, quando ci sono, sono letti arrugginiti, senza materassi, senza alcuna igiene. C’è una forte mortalità infantile e anche delle donne. Bisogna sapere che la miseria è tale che queste donne non riescono a pagare le cure per il parto: basterebbero meno di 4 euro, ma non possono pagarli. Sempre in questa regione, c’è la ristrutturazione di un grande caseggiato che accoglie diverse centinaia di bambine e altri progetti, per la popolazione dei Pigmei, dove 4 bambini su 10 arrivano all’età di 15 anni. Sono veramente giovani che vivono ai margini della società: bisogna fare qualcosa!

D. - Voi lavorate in Paesi dove non c’è stabilità politica e infrastrutture. Su cosa e chi una piccola Ong come la vostra può contare per portare avanti i propri progetti?

R. – Nous avons, et depuis toujours…
Riusciamo sempre ad essere bene accolti in tutti questi Paesi perché quello che cerchiamo di fare è apprezzato dai governanti. Quando andiamo per la prima volta in un Paese la prima cosa che facciamo è chiedere un incontro col ministro degli Affari sociali o della Famiglia per poterci presentare e vedere quello che possiamo realizzare. Non vogliamo mai imporci e questo spiega le agevolazioni che otteniamo. Riusciamo a mobilitare generosi donatori. Vi dicevo di un parto che costa meno di 4 euro e questo basta per rendersi conto che con mezzi a volte limitati quanta felicità possiamo portare, quanto bene possiamo fare.

D. – Non si può che restare ammirati da un tale esempio di carità e di una vita consacrata ai più piccoli nell’amore della famiglia e questo ci invita a farvi un’ultima domanda: Dio in tutto questo?

R. - Dieu dans tout ça… 
Dio in tutto questo deve tenerci la mano e guidarci e gli chiediamo di non lasciarci.

D. – Se mai incontrerete il Papa durante il vostro viaggio a Roma cosa vorreste dirgli?

R. – Qu’il accompagne tous ces enfants…
Che accompagni tutti questi bambini che hanno bisogno. So che non possiamo salvare la terra. Si può salvare un bambino alla volta, ma credo che abbiamo veramente bisogno di aiuto per continuare a salvare questi bambini nel mondo perché c’è tanto da fare per i bambini francesi quanto per quelli africani.








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