2014-11-21 13:17:00

Francesco: Maria è la via che conduce a Dio, infinita bellezza


“Non stanchiamoci di imparare da Maria!” Con questo invito papa Francesco ha voluto essere presente con un messaggio, alla 19.ma Seduta pubblica delle Pontificie Accademie sul tema “Maria Icona dell’ infinita bellezza di Dio”, che si è svolta ieri a Roma. “Lasciamoci guidare da lei – ha detto il Pontefice – che ci conduce sempre alla fonte originaria e alla pienezza dell’autentica infinita bellezza, quella di Dio rivelatasi a noi in Cristo.” . Durante l’incontro, è stata premiata l’Associazione mariologica interdisciplinare italiana per la rivista "Theotokos". Ascoltiamo il commento del segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, presente alla cerimonia, al microfono di Marina Tomarro:

R. – Maria, prima di tutto, è stata esente fin dalla sua concezione dal peccato originale, quindi è tutta bella, è tutta pura, è tutta santa. E poi, ci ha portato Colui che è la bellezza in persona, Gesù Cristo. E’ la Madre del Signore e quindi Lei riflette l’immagine del Figlio, dell’uomo perfetto, dell’uomo-Dio. Quindi, non può che essere immagine di questa bellezza, di questa bellezza che viene da Dio e che è la bellezza senza macchia e senza ombra.

D. – Anche Papa Francesco spesso ci invita ad affidare le nostre pene a Maria. Perché?

R. – Lui insiste molto su questo concetto. Maria Madre di Gesù, come ogni madre, va in cerca soprattutto del figlio che porta nel cuore dolori, sofferenze, pene… Quindi, a Lei possiamo rivolgerci con infinita fiducia, perché troveremo sempre, sempre ascolto. Colei che ci accoglie con infinita misericordia e che ci porta al Signore.

E la bellezza infinita di Maria, da sempre ha ispirato canti poemi e opere artistiche. Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura:

R. – La figura di Maria ha almeno due volti costanti. Da un lato, certamente, c’è tutta la dimensione trascendente, l’unicità di Maria come Madre di Dio. Dall’altra parte, però, anche rappresenta la figura femminile nell’interno della fede cattolica ma anche nell’interno, direi, della stessa cultura. Pensiamo a che cosa ha generato dal punto di vista musicale il canto del "Magnificat", che cosa ha generato la sua figura nell’interno della storia dell’arte. Per cui, io direi che sono veramente due gli aspetti costanti: è lontana, trascendente e vicina a noi.

D. – E’ molto importante anche lo studio della teologia mariana…

R. – La teologia mariana è certamente una componente significativa e importante della teologia. Tuttavia, non bisogna mai dimenticare che la mariologia, in un certo senso, è una parte speculare del suo apice, che è la cristologia. Sant’Ambrogio ha una bellissima espressione, che dice: “Maria non è il dio del tempio, ma è il tempio di Dio”.

E durante l’incontro è stato ricordato il documento "Marialis Cultus", scritto dal Beato Paolo VI nel 1974, di cui ricorre il quarantennale. Padre Corrado Maggioni, accademico della Pontificia Accademia Mariana Internazionale:

"La 'Marialis cultus' riveste una indubbia attualità, soprattutto direi per il metodo. Paolo VI ha dato una chiave di lettura alla riforma liturgia, considerando la memoria di Maria nel ciclo dei Misteri di Cristo e anche nei Libri Liturgici, il Messale, la Liturgia delle Ore, il Lezionario. Allora, l’attualità sta proprio nei contenuti che Paolo VI fa risaltare dai testi, dalle preghiere, dai canti, dalle letture, ossia dalla celebrazione stessa. All’interrogativo 'Chi è Maria?', la Liturgia risponde facendo parlare i testi. E Paolo VI nella 'Marialis cultus' si è distinto proprio per questo tipo di approccio alla Liturgia, per dire: 'La Chiesa in preghiera chi dice che è Maria?'”.








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