2014-11-22 12:48:00

Congresso Movimenti. Martinez: da Francesco spinta missionaria


Conversione e missione: due elementi della vita cristiana al centro del Congresso dei Movimenti e delle nuove Comunità che si conclude stasera al Pontificio Collegio Internazionale “Maria Mater Ecclesiae” a Roma. Tra i partecipanti, anche Salvatore Martinez, presidente nazionale del “Rinnovamento nello Spirito Santo”. Adriana Masotti gli ha chiesto di sintetizzare ciò che si è vissuto in questi giorni di comunione tra le diverse realtà ecclesiali intervenute ai lavori:

R. – Direi che ci muoviamo tra memoria e profezia. La memoria di un cammino che giunge già a 16 anni trascorsi sotto tre Pontificati. Ho avuto la grazia di essere testimone dei primi due Congressi - e quindi giungiamo alla terza edizione - e mi pare di trovare una profonda sintonia sul piano teologico-pastorale quest’anno, sotto il Pontificato di Francesco, con una spinta missionaria ancora più decisa. Non possiamo nascondere la verità profonda dei carismi che per loro natura sono missionari. La parola "movimento" ci dice, per l’appunto, che sono proprio il superamento di ogni staticità della fede: segnano, in linea di continuità con il mandato di Gesù, quella costruzione del Regno di Dio che avviene nella storia dove, peraltro, noi laici siamo perfettamente innestati. Si chiarisce allora sempre di più non solo la natura dei Movimenti, ma direi proprio il loro dinamismo missionario. Questo Pontificato, così profondamente carismatico e missionario, reclama un ascolto profondo. Mi pare di cogliere che la capacità di leggere i segni dei tempi nel linguaggio nelle sfide indicate da Papa Francesco sia un segno evidente del buon esito di questo convegno. Quindi, all’ascolto attento e a un discernimento che ci accomuna profondamente fa seguito, direi, il desiderio di stare vicini al Papa, di far sentire alla gerarchia della Chiesa la vicinanza ancora più forte, decisa di questi movimenti, di queste comunità in forza dei propri carismi e il desiderio soprattutto di comunicare questa gioia che deriva dall’incontro di Gesù Cristo.

D. – Quale stagione vivono oggi i Movimenti e le nuove Comunità? Sono in espansione o piuttosto sono in un momento di crisi di adesioni?

R. – Parlare di Movimenti e di nuove Comunità è come alzare lo sguardo al cielo e provare a osservare una costellazione, nel senso che fioriscono continuamente come espressione di questa primavera della Chiesa. Quindi, ci sono realtà preconciliari, realtà postconciliari e realtà di questi giorni, nate proprio come segno della fecondità dello spirito in questo nostro tempo. Allora, è veramente difficile poter fare un bilancio della vita dei movimenti e delle comunità. Ma, potrei dire che complessivamente godono di buona salute e, certamente, il Pontificato di Papa Francesco sta segnalando quella risposta provvidenziale che già Giovanni Paolo II e Benedetto XVI indicavano alla Chiesa. È evidente che anche i Movimenti hanno bisogno di conversione pastorale. E quando dico conversione pastorale, espressione di Papa Francesco, intendo il bisogno di ricentrarsi ancora più fortemente su quello che è l’avvenire delle nostre chiese: non che fuggano dalla comunione ecclesiale, ma bisogna che la si esperimenti ancora di più. In fondo, la stessa comunione ecclesiale è sostanza della missione. È vero, allo stesso tempo, che il Pontificato così kerigmatico e carismatico di Papa Francesco stimola anche la gerarchia alla conversione pastorale e quella degli stessi pastori verso un dinamismo missionario, verso un’uscita della Chiesa che indubbiamente può trovare nei laici e nei loro carismi un aiuto significativo. 








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