2014-11-22 14:00:00

Sei nuovi Santi per la Chiesa: tra loro, fra Ludovico da Casoria


Da questa domenica, solennità di nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, la Chiesa ha sei nuovi Santi: in Piazza San Pietro, infatti, Papa Francesco celebra la Santa Messa di Canonizzazione dei Beati italiani Giovanni Antonio Farina, Ludovico da Casoria, Nicola da Longobardi, Amato Ronconi e dei Beati indiani Kuriakose Elias Chavara della Sacra Famiglia ed Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore. Il servizio di Giada Aquilino:

Il 12 giugno scorso, quando Papa Francesco ha tenuto il Concistoro ordinario pubblico, è stata decisa l’iscrizione all’albo dei Santi per sei Beati. L’italiano Giovanni Antonio Farina visse nel vicentino nel 1800 e, fin da giovane seminarista, si distinse per una predisposizione all'insegnamento. Ordinato sacerdote, nel 1836 fondò le Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, un istituto di “maestre di provata vocazione, consacrate al Signore e dedite interamente all'educazione delle fanciulle povere”. Nominato prima vescovo di Treviso e poi di Vicenza, per l’opera di carità verso i più bisognosi divenne per tutti il “vescovo dei poveri”. Morì a Vicenza il 4 marzo 1888. Fu beatificato nel 2001.

L’indiano Kuriakose (Ciriaco) Elias Chavara della Sacra Famiglia, nacque in Kerala, il 10 febbraio 1805. Fu ordinato sacerdote nel 1829 e due anni dopo già pose le fondamenta della prima casa della congregazione dei Carmelitani di Maria Immacolata, di cui fu primo priore generale, e successivamente collaborò anche alla fondazione della Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo. Dal 1861 ricoprì la carica di vicario generale della Chiesa siro-malabarica, per la quale sostenne un profondo rinnovamento spirituale. Morì nel 1871. Fu beatificato nel 1986.

L’italiano Ludovico da Casoria, al secolo Arcangelo Palmentieri, nacque nella località in provincia di Napoli nel 1815. Entrò a 18 anni nei Francescani Alcantarini, divenendo fra Ludovico. Per 20 anni insegnò matematica e filosofia, tenendo anche la farmacia del convento. Più tardi iniziò ad operare per il riscatto dei bimbi dell’Africa dalla schiavitù, con l’auspicio di suscitare vocazioni missionarie in quel Continente, secondo il motto: “L’Africa convertirà l’Africa”. Accolse alcuni di quei piccoli, poi aumentati col tempo. Nacquero anche altri istituti dedicati all’infanzia in difficoltà e ai meno fortunati. Fondò i cosiddetti Frati della carità e le suore Francescane Elisabettine, dette ‘Bigie’. Il Vaticano gli affidò pure una missione in Sudan. Morì a Napoli nel 1885. Fu beatificato nel 1993. Alcuni tratti dell’opera e della missione di fra Ludovico, nelle parole del postulatore generale delle Cause dei Santi dell’Ordine dei Frati Minori, fra Giovangiuseppe Califano, intervistato da Federico Piana:

R. – Nel 1847 avvertì un profondo dono di grazia, che più tardi egli stesso definì quasi un secondo battesimo e che fece di lui un ardente frate. Si avviò da quel momento ad una intensa vita apostolica e di carità. Fondò due congregazioni religiose, stabilì a Napoli, Assisi e Firenze ospizi ed educandati, prendendosi cura di anziani e fanciulli. L’ultima sua opera a Napoli, ad esempio, fu l’ospizio marino di Posillipo, che egli pensò per i vecchi pescatori. Poi, a partire dal 1854, si dedicò all’opera di riscatto dei bambini ‘moretti’, ai quali veniva assicurata l’istruzione e la catechesi. Concepì anche un progetto di evangelizzazione per l’Africa, che non si realizzò appieno, ma per il quale avrebbe voluto formare missionari autoctoni proprio per l’evangelizzazione del Continente. Certamente la sua forza fu il rapporto con Cristo crocifisso, amato e scoperto come unico ideale della sua vita.

Italiano anche Nicola da Longobardi, al secolo Giovanni Battista Clemente Saggio. Nacque nel piccolo centro in provincia di Cosenza nel 1650 e ricevette un’educazione cristiana dalla famiglia di origine contadina. Chiese quindi l'abito di San Francesco e nel 1671 emise i voti dei Minimi. Dedicò la sua esistenza al catechismo, non dimenticando mai i poveri e gli infermi. Frequenti furono le sue esperienze mistiche. Si spense nel 1709. Fu beatificato nel 1786. Della figura di fra Nicola, parla un confratello, fra Alfonso Longobardi, dell'Ordine dei frati Minimi di San Francesco di Paola, viceparroco di S. Andrea delle Fratte a Roma, intervistato da Fabio Colagrande:

R. – Ha incarnato bene il carisma dell’Ordine dei Minimi: è un carisma che ha a che fare con la penitenza, con la Quaresima, che ti porta a vivere una vita verso la Risurrezione, verso la Pasqua. La semplicità di Nicola è la disponibilità, che forse colpisce di più: lui ha una forte storia vocazionale, che è molto di moda anche ai nostri tempi. Era un contadino e, quando ha detto ai suoi che andava in convento, gli hanno risposto quello che i genitori dicono oggi ad un ragazzo o ad una ragazza che vuole entrare in convento: 'Puoi servire Dio anche qui!'. Invece Nicola dice: 'Io mi sento chiamato lì'. Ed è entrato in convento. Praticamente Nicola ha vissuto quello che noi ci diciamo: cioè che siamo ‘templi di Dio, del Dio Trinità’. Nicola ha preso consapevolezza di questo, ha cercato di esprimere in sé l’amore di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, e ha tenuto conto che l’altro è un ‘tempio di Dio’ con cui occorre incontrarsi, condividere e vivere questo amore. Nicola ha avuto un’attenzione particolare per tutti, in modo specifico per i poveri e gli ammalati. Se dicessimo che è stato una 'Madre Teresa al maschile' nel Settecento, secondo me non diremmo una cosa azzardata.

L’indiana Eufrasia Eluvathingal nacque nel 1877 da una ricca famiglia cattolica di rito siro malabarese, che la chiamò Rose. Divenne allieva delle Carmelitane, poi nel 1898 vestì l’abito religioso ed intraprese il noviziato assumendo il nome di Eufrasia del Sacro Cuore di Gesù. Emise i voti due anni dopo nella Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo, co-fondata da Kuriakose (Ciriaco) Elias Chavara. Si distinse per la profonda spiritualità e l’unione con Dio. Morì nel 1952. Fu beatificata nel 2006.

L’italiano Amato Ronconi, nacque da una ricca famiglia a Saludecio, nel riminese, nel 1226. Fin da giovane visse secondo il Vangelo nella genuina spiritualità francescana, dedicandosi all'accoglienza dei poveri, a cui donò tutte le sue sostanze. Fondò L’Ospedale dei poveri pellegrini a Saludecio, ora Casa di riposo a lui intitolata. Morì nel 1292. Fu beatificato nel 1776.








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