2014-11-24 14:04:00

Nucleare Iran: accordo per estendere negoziati tra i Paesi 5+1


L’Iran e i Paesi del gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania), riuniti a Vienna, hanno trovato un accordo per estendere i termini dei negoziati sul programma nucleare di Teheran, che scadono alla mezzanotte di oggi. Alcune fonti, ancora non ufficiali, parlano di un proseguimento delle trattative nel mese di dicembre, altre sostengono che la nuova scadenza del negoziato è stata fissata a luglio 2015. Ma sui nodi ancora da sciogliere e l’importanza di questo accordo per gli equilibri regionali Marco Guerra ha intervistato Giorgio Alba, ricercatore ed esperto dell'area:

R. – L’accordo è prettamente di natura tecnica. Non ci sono ostacoli sostanziali per raggiungere un accordo tecnico su un livello di tecnologia nucleare che l‘Iran può sviluppare. La questione è politica: l’accordo potrebbe portare un maggior ruolo dell’Iran a livello regionale; questo ha un’importanza ed un impatto per i diversi attori che possono essere Israele, l’Arabia Saudita, gli Stati Uniti e la Russia. Quindi un maggior coinvolgimento dell’Iran - e quindi una sua uscita dall’isolamento - ha conseguenze sia positive che negative. Quindi c’è molta attenzione da parte dei vari attori per ottenere i maggiori benefici. Per l’Iran si tratta semplicemente di negoziare il massimo cercando di cedere il minimo.

D. – A Vienna si parla ormai di un rinvio inevitabile. Ci sono invece altre ipotesi sul tavolo

R. – Il rinvio è la scelta più probabile, perché per ora il costo di un rinvio è minore rispetto al costo di un fallimento dell’accordo stesso. Anche un accordo parziale non porterebbe benefici. Uno parziale sarebbe valido per un anno o due anni. Questo è utile da un punto di visto tecnico, ma non sarebbe quel grande accordo politico. Quindi non c’è interesse tra le parti di stringere un accordo limitato. C’è interesse tra le parti di raggiungere un accordo più generale. Distinguiamo l’accordo in due parti: un accordo che guarda al futuro, e quindi garantisce all’Iran cosa potrà sviluppare, che tecnologie utilizzare, ed un accordo invece – di questo se ne parla di meno, ma è importante – rivolto al passato, cioè cosa ha fatto l’Iran. Quali sono stati i progetti, i piani segreti … Riguardo questa seconda parte - su cosa ha fatto l’Iran in passato - c’è stata una maggiore flessibilità negli ultimi giorni da parte dei Paesi occidentali e quindi c’è – forse - la possibilità di raggiungere il compromesso. Questo porterebbe grossi benefici a tutti i Paesi dell’area e indirettamente anche all’Italia, perché cancellare le sanzioni significa far ripartire il commercio e quindi gli investimenti petroliferi, l’estrazione di gas, …

D. - Obama e gli Stati Uniti stanno spingendo molto per questo accordo …

R. -  Il Presidente americano trova dei limiti da un punto di vista costituzionale nel controllo da parte del Congresso che da gennaio sarà a maggioranza repubblicana  così come il Senato. Quindi qualsiasi accordo ottenuto dal Presidente tra il mese di novembre e dicembre… Non c’è garanzia che Obama potrà mantenere quello che firmerà, quindi l’accordo preso. Così a gennaio ci potrebbe essere una nuova linea che potrebbe essere più dura nei confronti dell’Iran. L’interesse dell’Iran è quello di raggiungere un accordo prima che entrino in gioco i Repubblicani. Ma se Repubblicani attuano delle sanzioni unilaterali da parte degli Stati Uniti per l’Iran sarà quasi insignificante aver raggiunto un accordo. Guardiamo in prospettiva al mese di gennaio per capire meglio la situazione. Poi potremmo capire quale sarà la linea dettata dai repubblicani al presidente Obama che ormai è debole politicamente. L’aspetto principale è questo: non cambierà niente se ci sarà un rinvio di alcuni giorni o di alcuni mesi. L’accordo che ci dovrebbe essere è un accordo che punta a definire la situazione per i prossimi venti anni. Differenze di pochi giorni o di pochi mesi non sono di interesse per nessuno degli attori coinvolti.








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