L'Unione Europea e la Chiesa hanno "sfide comuni" e condividono "valori come la tolleranza, il rispetto, l'uguaglianza, la solidarietà e la pace". Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, nel discorso di benvenuto al Papa alla plenaria di ieri. Hélène Destombes l'ha intervistato:
R. – Je suis depuis très longtemps membre du Parlement
Européen: c’est rare...
Sono membro del Parlamento europeo da molto tempo:
raramente ho visto applaudire l’emiciclo in assemblea plenaria. Al di là delle diverse
affiliazioni politiche, credo che il Papa abbia toccato il cuore dei deputati. Quando
ha fatto l’esempio della nonna, parlando di un’Europa stanca: ha ragione, ha completamente
ragione. L’idea dell’Europa, questa idea che ci siano delle nazioni che lavorino insieme
al di là delle frontiere, che creino delle istituzioni per rafforzarsi vicendevolmente
come anche per controllarsi vicendevolmente… Ci sono sempre più persone che non credono
più che le istituzioni stesse rappresentino ancora “l’idea” e questo è contraddittorio
e il Papa l’ha chiarito oggi (ieri - ndr). Le istituzioni sono stanche, ma anche l’idea
è stanca? No, l’idea è viva. Abbiamo bisogno dell’idea, ma è necessario riformare
le nostre istituzioni per restituire credibilità all’idea. Credo che l’ampia maggioranza
dei deputati, oggi, pensino la stessa cosa.
D. – Per lottare contro questa Europa che invecchia, il Papa ha suggerito di farla riposare sulle radici cristiane dell’Europa e – come lo avevano chiesto i Padri fondatori – di porre al suo centro la persona umana e la sua dignità, una dignità trascendente. Sono parole che voi non siete abituati a sentire nell'emiciclo del Parlamento…
R. – Peut-être pas dans l’hémicycle du Parlement,
mais certainement dans…
Forse non nell’emiciclo del Parlamento, ma sicuramente
nei dibattiti pubblici in Europa. Nei suoi discorsi, il Papa non ha parlato soltanto
delle radici cristiane: ha parlato anche di una tradizione dell’umanesimo nell’Europa.
Questo significa che anche coloro che non sono cattolici né cristiani, che non sono
credenti, pure si ritrovano nelle sue parole. Il messaggio è stato il messaggio dell’idea
spirituale dei cattolici, ma con messaggi anche universali. Infine, il Papa – con
una certa diplomazia – ha toccato il nostro maggiore problema. Ha parlato della solitudine
dei vecchi e di quella dei giovani, cioè di coloro che hanno la percezione del fatto
che si sia rinunciato a occuparsi di loro. La grande differenza sta nel fatto che
se questo lo dice un politico, beh, diventa un discorso politico della destra o della
sinistra. Se questa stessa cosa la dice un leader spirituale, questo tocca direttamente
i giovani e dimostra che, al di là delle questioni della destra o della sinistra,
esiste una base che è cristiana ma anche umanistica che non si deve mettere in discussione
se non si vuole rischiare che la società si disintegri.
D. – Sono passati 26 anni da quando Giovanni Paolo II a sua volta visitò le istituzioni europee. Il Papa aveva molto insistito sulla necessità dell’Europa di respirare con i suoi due polmoni: era stato un po’ il suo messaggio principale. Come ha recepito lei il messaggio principale di Papa Francesco?
R. – Le Pape a un message très clair: on a besoin
de l’Europe. L’Europe a…
Il messaggio del Papa è molto chiaro: abbiamo bisogno
dell’Europa. L’Europa ha bisogno di un’anima, ma il mondo ha bisogno dell’Europa.
La vostra idea del rispetto, della dignità, per esempio nel mondo del lavoro, riguardo
alle eguali opportunità per tutti, della difesa dei valori della democrazia che è
minacciata. Come essere liberi sotto una dittatura: questo è a grandi linea quello
che ha detto. Ed è il messaggio di chi ha fatto nella sua stessa vita esperienza di
povertà, nell’arcidiocesi di Buenos Aires, di una povertà che noi europei non conosciamo
assolutamente. Essere nati poveri, vivere poveri e morire poveri e lasciare ai propri
figli quella stessa povertà che si è ereditata dai propri genitori: la disperazione
eterna che si eredita e che si lascia ai figli… Voi, questo, non lo conoscete. Questo
significa che il mondo ha bisogno della vostra Europa perché voi, qui, questo problema
l’avete risolto. Quindi, dignità e rispetto come fondamento dell’Europa: questo è
ciò di cui il mondo ha bisogno. E’ l’incoraggiamento a conservare l’idea dell’Europa,
ma di rimetterla in piedi. Quindi, ha ragione quando dice che coloro che vogliono
salvare l’idea europea, che è un dono non soltanto per noi, che potrebbe essere un
vantaggio dell’Europa nel suo ruolo sullo scacchiere del mondo, coloro che vogliono
salvare tutto questo devono riformare le istituzioni europee. E questo è quello che
da molto tempo mi impegno a realizzare.
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