2014-11-26 07:28:00

Ferguson. Obama: frustrazioni hanno radici profonde


E’ stata una seconda notte di scontri e proteste a Ferguson nel Missouri e in diverse città americane in reazione alla mancata incriminazione Darren Wilson, il poliziotto che ad agosto sparò e uccise il 18 enne afroamericano, Mike Brown.”Se una parte della comunita' non si sente trattata equamente”, ha detto il presidente Obama “la cosa mette tutti a rischio” e comunque “non ci sono scuse per la violenza”. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Ferguson e poi Chicago, New York, Washington, Baltimora, San Francisco, Seattle: è veramente lungo l’elenco delle città americane che sono tornate a gridare la loro voglia di giustizia. "Un distintivo non e' una licenza di uccidere", hanno scandito in migliaia a Unione Square, mentre davanti ad alcune stazioni di polizia a Washington altri si sono sdraiavano a terra fingendosi morti per quattro minuti e mezzo, simbolo delle quattro ore e mezza in cui Michael Brown e' rimasto sull'asfalto dopo essere stato ucciso da Darren Wilson. L’agente di polizia ieri per la prima volta ha parlato ribadendo la tesi della legittima difesa, a cui però non credono, soprattutto a Ferguson, teatro dei fatti, dove la tensione è salita alle stelle con diversi arresti. Il presidente Obama ha cercato di placare gli animi: "bruciare e distruggere", ha detto parlando da Chicago," non sono mezzi costruttivi per esprimere frustrazioni", che, tuttavia, ha dovuto ammettere," hanno radici profonde in molte comunità", come,dato di fatto, ha aggiunto, è che "le leggi spesso nono sono applicate nella stessa maniera".Il problema esiste dunque e il 9 dicembre se ne discuterà in Senato.








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