2014-11-27 10:20:00

Padre Körner: Papa in Turchia, incoraggiamento per il Paese


Grande l’attesa in Turchia per il viaggio di Papa Francesco. La nostra inviata Francesca Sabatinelli ne ha parlato con il padre gesuita Felix Körner, professore di teologia dogmatica alla Facoltà di Teologia dell’Università Gregoriana, specialista in islamologia e teologia del dialogo interreligioso, per molti anni in Turchia:

R. – Per i turchi la visita di un Papa non è la visita di un cristiano, ma la visita di un uomo di fede. Io conosco tanti turchi che vedono Papa Francesco come un uomo che rappresenta il desiderio dei musulmani, dei turchi, che ci sia nel mondo un uomo convincente, di buona volontà, che rifletta l’uomo che crede in Dio. Il primo punto è veramente quello di avere fra di loro un uomo importante, testimone di Dio. E’ un onore per la Turchia, ma diventa anche una risposta alla domanda importantissima per la Turchia di oggi: “Come possiamo vivere un islam autentico nella condizione della modernità, con tutte queste sfide, queste domande, queste difficoltà e anche questi dubbi?”. Papa Francesco dà loro una risposta molto credibile, che è davvero un aiuto per loro. Lui dice, infatti, nella sua maniera di essere Papa, nella sua maniera di predicare: la fede non è un’idea che deve realizzarsi in una teocrazia, la fede può diventare ‘ispirazione’ per la società di oggi. Ispirazione come criterio per la coscienza, ispirazione come orientamento per i politici, fede anche per aprire gli occhi sulle sofferenze che non riusciamo più a vedere. Quindi, il primo punto è la gioia dell’arrivo dell’uomo di fede, che vive la fede in maniera credibile. Secondo punto: la domanda che si pongono i turchi è come poter essere credenti con le sfide della modernità. E lui dà la risposta che la fede oggi è ispirazione.

D. – Durante la sua tappa ad Istanbul il Papa incontrerà la minoranza dei cristiani. Chi sono? Come vivono la fede in un Paese come la Turchia?

R. – Io conosco molto bene questo piccolo gruppo di giovani cristiani di lingua turca. Lì si trova un gregge veramente piccolo, ma con tanto coraggio e con tanta speranza di essere in questo Paese una ispirazione, sale per tutta la società. Loro non vogliono convertire, non fanno proselitismo, no, ma testimoniano con bellezza, fedeltà ed anche entusiasmo la nostra fede, cioè testimoniano Cristo. Perciò una visita del Papa, specialmente la visita di un Papa che ha questo senso del popolo, è anche una visita di incoraggiamento alle periferie.

D. – Questi cristiani incontrano delle difficoltà nella loro vita di tutti i giorni in questo Paese?

R. – C’è una difficoltà a livello legale e una difficoltà a livello sociale. A livello legale c’è un miglioramento della situazione, ma finora la Chiesa cattolica, ad esempio, non è riconosciuta giuridicamente. La Chiesa, quindi, ad esempio la diocesi di Smirne, non può possedere un terreno, o un edificio. Questo crea ancora problemi legali, ma si avverte buona volontà da parte delle autorità di risolvere questi problemi. A livello sociale non possiamo parlare di una persecuzione, ma viene sentita una certa discriminazione da parte dei cristiani, che hanno una certa preoccupazione.

D. – Oggi la Turchia è un Paese che affronta diversi gravi problemi. Ricordiamo la presenza di oltre un milione di profughi siriani in fuga da una guerra, che preme sui confini turchi, diventati in qualche modo anche roccaforte del sedicente Stato islamico. La Turchia ha bisogno dell’attenzione della comunità internazionale, e forse anche di riconquistarne in parte la fiducia. Sarà questa visita del Papa un’occasione?

R. – Tutti gli occhi guardano adesso la Turchia e vedono i problemi, vedono la generosità da parte dei turchi di ricevere i profughi, vedono anche con più precisione e meno pregiudizi dove va fatto il prossimo passo per una più grande integrazione e riconciliazione. Ma questo testimone di pace, Papa Francesco, diventa anche un incoraggiamento proprio per i turchi, per essere testimoni e ispiratori per processi di riconciliazione in questa regione. Questa è la loro vocazione. I turchi hanno questo sentimento, hanno questa intuizione di avere una chiamata speciale, e c’è una generosità in loro. Quindi penso che questa visita possa veramente diventare un bel successo dal punto di vista della chiamata della Turchia di oggi alla riconciliazione.








All the contents on this site are copyrighted ©.