2014-11-28 12:41:00

Senza lavoro ancora in crescita. Padoan: prossimo anno aumenterà Pil


Per il ministro dell’Economia Padoan, l’Italia dopo un triennio “di recessione, “ il prossimo anno” avrà una “ crescita positiva''. Nel frattempo, secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione ad ottobre torna a salire e tocca il 13,2%. Il premier Renzi precisa però che gli occupati, ovvero coloro che hanno un lavoro anche saltuario, sono aumentati di 100 mila unità in un anno. Alessandro Guarasci:

La produzione è ancora in affanno. I senza lavoro a ottobre sono aumentati dello 0,3% su settembre e dell'1% nei dodici mesi. Il valore più alto dal 1977. I disoccupati sono 3.410.000, il 13.2% della forza lavoro. E tra i giovani questo tasso sale al 43,3%.

 Il Ministero del lavoro in una nota afferma però che nel 3/o trimestre dell'anno c'è stato “un andamento positivo dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, pari ad oltre 400 mila nuovi posti”. E il governo aggiunge che è tornato a crescere il numero di occupati, ovvero coloro che hanno lavorato almeno un’ora nella settimana presa in considerazione, con un aumento dello 0,5% rispetto allo scorso anno.

Rimane però il drammatico dato dei disoccupati. L’economista Giovanni Marseguerra, segretario del comitato scientifico della Fondazione Centesimus Annus

 R. – Servono investimenti. Speriamo che sotto questo profilo l’Europa finalmente si muova, con questo piano-Juncker. Ma io credo che serva, in generale, in Italia, una maggiore sintonia tra lavoratori – in particolare, penso ai giovani, e lavoro. E questo, sia dal lato dell’offerta, sia dal lato della domanda. Dal lato dell’offerta, abbiamo bisogno di una formazione che sia capace di fornire ai giovani competenze e conoscenze più adeguate alle trasformazioni che sono in corso nei sistemi economici avanzati. Mentre, dal lato della domanda, serve un ulteriore salto di qualità del nostro sistema produttivo, quindi capace di inserire maggiori dosi di innovazione e internazionalizzazione, in modo tale che anche il sistema produttivo colga le prospettive e le opportunità di quelle trasformazioni dei sistemi economici avanzati di cui parlavamo.

 D. – Però, secondo lei, perché un’azienda dovrebbe investire in Italia con una giustizia civile lentissima e con una pubblica amministrazione che fa davvero fatica ad adeguarsi ai tempi?

 R. – Non c’è dubbio: queste sono zavorre micidiali che scoraggiano gli investimenti produttivi esteri in Italia. Sono zavorre che ci portiamo dietro da anni e sulle quali stiamo facendo troppo poco per avere dei miglioramenti. E tuttavia, l’Italia con tutte queste zavorre burocratiche, di normative che rendono difficile fare impresa, è il Paese dell’imprenditorialità, in cui ci sono delle doti di capitale sociale, di capitale umano straordinarie, ci sono delle capacità e dei talenti che sono un bacino straordinario per l'Italia e quindi nonostante queste zavorre, le imprese continuano a guardare con attenzione al nostro Paese.








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